Punteggio:
Le recensioni di “Images of the Medieval Peasant” di Freedman ne sottolineano la leggibilità e la profondità scientifica, pur rilevandone la natura accademica che potrebbe non piacere ai lettori occasionali. Il libro viene lodato per la prosa accattivante e la ricerca approfondita, soprattutto per quanto riguarda i testi biblici e le pratiche di oppressione, anche se alcune critiche menzionano la mancanza di illustrazioni.
Vantaggi:Il libro è coinvolgente e leggibile, adatto sia a un pubblico accademico sia a un pubblico non specializzato. Include un'ampia gamma di fonti, in particolare di scritti religiosi, e presenta un'eccellente bibliografia e note finali per ulteriori ricerche. L'autore fa ampio uso di materiale storico-artistico e integra bene le argomentazioni.
Svantaggi:Il libro può risultare troppo accademico per i lettori occasionali e alcuni recensori hanno auspicato un maggior numero di illustrazioni a corredo del testo.
(basato su 3 recensioni dei lettori)
Image of the Medieval Peasant as Alien and Exemplary
Il clero medievale, l'aristocrazia e le classi commerciali tendevano a considerare i contadini come oggetti di disprezzo e derisione. Negli scritti religiosi, nelle satire, nei sermoni, nelle cronache e nelle rappresentazioni artistiche i contadini apparivano spesso come sporchi, sciocchi, disonesti, persino subumani o bestiali. La loro bassezza era comunemente considerata come un corollario naturale della fatica del lavoro agricolo.
Tuttavia, allo stesso tempo, i contadini non erano visti come "altri" alla stregua di altri gruppi condannati, come gli ebrei, i lebbrosi, i musulmani o le immaginate "razze mostruose" dell'Oriente. Diverse caratteristiche cruciali dei contadini li rendevano meno chiaramente estranei dal punto di vista delle élite: i contadini non erano una minoranza, il loro lavoro nei campi alimentava tutti gli altri ordini sociali e, soprattutto, erano cristiani. Sotto altri aspetti, i contadini potevano essere considerati meritevoli in virtù della loro vita semplice, del loro lavoro produttivo e della loro ingiusta sofferenza per mano dei loro superiori sociali sfruttatori. Si pensava anche che il loro sacrificio e la loro pietà, non ricompensati, li ponessero più vicini a Dio e avessero maggiori probabilità di ottenere la salvezza.
Questo libro esamina queste immagini contrastanti dei contadini dal periodo post-carolingio alla guerra dei contadini tedesca. Mette in relazione la rappresentazione dei contadini con i dibattiti su come dovrebbe essere organizzata la società (in particolare, su come l'uguaglianza umana nella creazione portasse alla subordinazione), su come la schiavitù e la servitù della gleba potessero essere attaccate o difese e su come i contadini stessi strutturassero e giustificassero le loro richieste.
Sebbene si sostenesse che i contadini fossero legittimamente soggiogati a causa della natura o di qualche maledizione primordiale (come quella di Noè nei confronti del figlio Ham), c'era anche un notevole disagio su come si potesse spiegare lo sfruttamento di coloro che non erano completamente estranei - che erano, dopo tutto, cristiani -. I lamenti sulle sofferenze dei contadini espressi nella letteratura possono avere una qualità stilizzata, ma questo libro mostra come siano stati fatti propri e modellati dai contadini stessi, soprattutto nelle ribellioni su larga scala che hanno caratterizzato il tardo Medioevo.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)