Satiro: o Il potere delle parole

Titolo originale:

Satyr: or The Power of Words

Contenuto del libro:

Il satiro è l'ultimo romanzo di Huidobro, pubblicato a Santiago nel 1939, in un periodo in cui la sua opera era poco stampata in patria.

Mentre la situazione sarebbe stata rettificata due anni dopo, con l'uscita di due importanti raccolte di poesie, questo volume è la sua ultima opera in prosa, che da allora è per lo più sfuggita all'attenzione. Un esame più attento del testo rivela tuttavia che esso contiene una serie di preoccupazioni letterarie, sociali, politiche e filosofiche dell'autore, con molti temi delle sue poesie, dei suoi saggi e dei suoi manifesti che ricorrono nel libro, il cui protagonista, Bernardo Saguen, può essere considerato da un certo punto di vista un artista fallito.

Questo aspirante scrittore è uno che va a rotoli e il cui crollo mentale - sembra soffrire di schizofrenia paranoica - e la cui disintegrazione morale sembrano paralleli al tipo di disintegrazione vista in alcune delle poesie successive dell'autore. Scritto in un periodo in cui Huidobro non era sicuro della sua posizione letteraria in Cile, il libro è molto incentrato sull'idea di creazione poetica, ma si preoccupa anche del concetto di realtà, se le creazioni artistiche siano parte della realtà stessa e se l'artista stesso sia parte della realtà. Nel corso del romanzo, Saguen si trova sempre più slegato da quella realtà e ha un esaurimento nervoso, solo che il suo ritorno a una certa dose di sanità e compostezza coincide con l'orrore e poi con il crollo mentale totale.

All'inizio il lettore è solidale con lui, ma abbiamo solo la sua parola per gli eventi che si susseguono; la sua inaffidabilità come narratore diventa sempre più evidente e gli indizi cominciano ad aumentare. Noi lettori siamo stati ingannati da un egoista mostruoso e amorale, o abbiamo davvero assistito a un totale crollo mentale, mentre accadeva? Alla fine nulla è chiaro, a parte l'orrore.