Dante Alighieri - La Divina Commedia, traduzione di Henry Francis Clay: I luoghi più oscuri dell'inferno sono riservati a coloro che mantengono la loro neutralità”.

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Titolo originale:

Dante Alighieri - The Divine Comedy, Translated by Henry Francis Clay: The darkest places in hell are reserved for those who maintain their neutralit"

Contenuto del libro:

Durante degli Alighieri, ma meglio conosciuto semplicemente come Dante, nacque a Firenze intorno al 1265. Divenne il maggior poeta italiano del tardo Medioevo e scrisse forse la più grande opera letteraria in lingua italiana: la Divina Commedia. In Italia, Dante viene spesso definito il Sommo Poeta. È significativo che scriva in vernacolo, un amalgama di dialetto toscano, latino e altre influenze, e per questo è spesso citato come il Padre della Lingua Italiana. Inoltre, scrisse la Divina Commedia in uno schema di tre righe in rima, o terza rima, uno sviluppo significativo e il suo primo utilizzo, ovviamente, è attribuito a lui. Quest'opera fondamentale ha influenzato quasi tutti coloro che l'hanno seguita, compresi Milton e Tennyson, ed è stata tradotta in inglese da molti poeti di fama mondiale, tra cui Henry Wadsworth Longfellow e Laurence Binyon. Henry Francis Cary nacque a Gibilterra il 6 dicembre 1772. Era il figlio maggiore di William Cary, all'epoca capitano del First Regiment of Foot, e di Henrietta Brocas. Cary fu educato alla Rugby School e alle scuole elementari di Sutton Coldfield e Birmingham, prima di passare, nel 1790, alla Christ Church di Oxford, dove studiò letteratura francese e italiana. A scuola contribuiva regolarmente al Gentleman's Magazine e pubblicò un volume di Sonetti e Odi. Nel 1797 prese gli ordini sacri e divenne vicario di Abbots Bromley, nello Staffordshire.

Nel 1808 si trasferì a Londra e divenne lettore della Berkeley Chapel e successivamente lettore a Chiswick e curato della Savoy Chapel. La traduzione di Cary dell'intera Divina Commedia di Dante in versi bianchi apparve nel 1814. Dovette essere pubblicata da Cary stesso, poiché gli editori ritenevano troppo alto il rischio di insuccesso dopo le perdite subite con la sua precedente traduzione dell'Inferno. La traduzione fu portata a conoscenza di Samuel Rogers da Thomas Moore. Rogers apportò alcune aggiunte a un articolo di Ugo Foscolo sulla rivista Edinburgh Review, di importanza critica. Questo articolo, così come alcuni elogi sinceri da parte di Coleridge in una conferenza alla Royal Institution, portarono a un consenso generale sul suo merito. Gradualmente il Dante di Cary prese posto tra le opere standard, passando attraverso quattro edizioni durante la vita del traduttore. Tra il 1821 e il 1824 Cary pubblicò una serie di articoli su The London Magazine che furono poi raccolti in forma di libro come Lives of The English Poets. Pubblicò anche un volume di accompagnamento, Lives of the French Poets. Nel 1824 Cary pubblicò una traduzione de Gli uccelli di Aristofane, il celebre drammaturgo greco. Nel 1826 fu nominato assistente bibliotecario del British Museum, incarico che mantenne per undici anni. Cary era sposato da diversi anni con Jane Ormsby e la coppia ebbe nove figli.

William Lucius, Jane Sophia, Henrietta, James Walter, Henry, Charles Thomas, Francis Stephen, John e Richard. Nel 1833 Cary si ammalò e ottenne un congedo di sei mesi per riprendersi. Approfittò del tempo rimanente per viaggiare con il figlio Francis ad Amiens, Parigi, Lione, Aix, Nizza, Mentone, Genova, Pisa, Firenze, Siena, Roma (restando un mese), Napoli, Bologna, Verona, Venezia (sempre restando un mese), Innsbruck, Monaco, Norimberga, Francoforte, Colonia, Rotterdam, L'Aia, Amsterdam, Bruxelles, Gand e Bruges. Nel 1841 gli fu conferita una pensione della corona di 200 all'anno, ottenuta grazie agli sforzi di Samuel Rogers. Le Vite dei primi poeti francesi e le Vite dei poeti inglesi (da Samuel Johnson a Henry Kirke White) di Cary, intese come continuazione delle Vite dei poeti di Johnson, furono pubblicate in forma raccolta nel 1846. È stato sepolto nel Poets' Corner dell'Abbazia di Westminster.