Le più grandi città dell'antica civiltà della Valle dell'Indo: La storia e l'eredità di Mohenjo-daro, Harappa e Kalibangan

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Titolo originale:

The Ancient Indus Valley Civilization's Biggest Cities: The History and Legacy of Mohenjo-daro, Harappa, and Kalibangan

Contenuto del libro:

*Include immagini.

*Include estratti di racconti antichi.

*Include una bibliografia per ulteriori letture.

Quando si pensa alle prime città del mondo, Sumer, Memphis e Babilonia sono tra le prime a venire in mente, ma se l'attenzione si sposta sull'India, è probabile che vengano in mente Harappa e Mohenjo-daro. Queste città devono la loro esistenza alla più antica civiltà indiana, nota come Civiltà della Valle dell'Indo o Civiltà Harappan, che fu contemporanea all'antica Mesopotamia e all'antico Egitto ed ebbe ampi contatti con la prima, rendendola una delle prime civiltà più importanti del mondo. Distribuiti lungo i fiumi della valle dell'Indo, centinaia di insediamenti iniziarono a formarsi intorno al 3300 a.C. e alla fine si coalizzarono in una società che aveva tutti i segni distintivi di una vera civiltà, tra cui la scrittura, città ben sviluppate, una struttura sociale complessa e il commercio a lunga distanza.

Mohenjo-daro era la più grande città della Civiltà della Valle dell'Indo, una delle civiltà più avanzate mai esistite, e il più noto e antico sito urbano preistorico del subcontinente indiano. Era una metropoli di grande importanza culturale, economica e politica, risalente all'inizio del III millennio a.C.. Sebbene sia fiorita principalmente tra il 2500 e il 1500 a.C., la città ha avuto un'influenza più duratura sull'urbanizzazione del subcontinente indiano per secoli dopo il suo abbandono. Si ritiene che sia stata una delle due capitali della Civiltà dell'Indo, la sua gemella è Harappa, situata più a nord nel Punjab, in Pakistan.

Il fatto che l'antica Civiltà della Valle dell'Indo sia spesso indicata anche come Civiltà Harappan dimostra l'importanza della scoperta di Harappa. Man mano che gli archeologi e gli storici hanno iniziato a scoprire altri siti dell'antica Harappa nel XIX e all'inizio del XX secolo, è emerso un quadro più completo della città, e in particolare della sua importanza. Le ricerche hanno dimostrato che Harappa era una delle tre città più importanti della Valle dell'Indo, se non la più importante, con diversi tumuli di insediamenti portati alla luce che indicano che le attività edilizie si sono svolte lì per oltre 1.000 anni. Al suo apice, Harappa era una città in piena espansione, con fino a 50.000 persone divise in quartieri da mura e che svolgevano la loro vita quotidiana in strade ben costruite e ordinate. Harappa aveva anche sistemi di drenaggio, mercati, bagni pubblici e altre grandi strutture che potrebbero essere state utilizzate per cerimonie pubbliche. L'antica Harappa era davvero una città fiorente e vivace, alla pari di città contemporanee della Mesopotamia come Ur e Memphis in Egitto.

Tra le molte città che si formarono nella regione c'era il sito oggi noto come Kalibangan, sconosciuto al mondo moderno fino a quando gli archeologi non cominciarono a scoprirne i segreti negli scavi degli anni Sessanta. Hanno scoperto una città che non era grande o importante come i siti più noti di Mohenjo-daro e Harappa, ma che era comunque relativamente grande e la più importante di tutte le città dell'Indo lungo il fiume Saraswati, ormai estinto. Gli scavi a Kalibangan hanno rivelato che la città ebbe due fasi di insediamento che corrispondono alle due fasi principali della Civiltà della Valle dell'Indo e che influenzò gli insediamenti più piccoli lungo il fiume Saraswati. I lavori archeologici a Kalibangan hanno anche dimostrato che, sebbene seguisse alcuni dei modelli delle più grandi città dell'Indo, come Mohenjo-daro e Harappa, era anche una città unica sotto molti aspetti. Kalibangan si trovava su un fiume diverso dalle altre grandi città della Civiltà della Valle dell'Indo e il suo fiume subì un destino che portò alla fine della città. La città di Kalibangan ha anche offerto agli archeologi moderni un tesoro di reperti perché era uno dei siti harappici meglio conservati, dando agli studiosi la possibilità di vedere non solo come vivevano gli abitanti di Kalibangan, ma forse anche come è morta la città.