L'occhio della storia: Quando le immagini prendono posizione

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Titolo originale:

The Eye of History: When Images Take Positions

Contenuto del libro:

Un'esplorazione dell'interazione tra estetica e politica nei “fotoepigrammi” di Bertolt Brecht.

Dal 1938 al 1955, Bertolt Brecht creò montaggi di immagini e testi, riempiendo il suo diario di lavoro (“Arbeitsjournal”) e il suo idiosincratico atlante di immagini, “War Primer”, con fotografie di guerra ritagliate da riviste e aggiungendovi i propri commenti epigrammatici. In questo libro, Georges Didi-Huberman esplora l'interazione tra politica ed estetica in queste creazioni, spiegando come esse siano diventate il mezzo per Brecht, poeta errante in esilio, di “prendere posizione” sulla guerra nazista in Europa. Illustrato con pagine dell'Arbeitsjournal e del War Primer e con immagini contestuali che includono i manifesti poetici di Raoul Hausmann e i disegni di Walter Benjamin, L'occhio della storia offre una nuova visione di opere importanti ma poco conosciute di Brecht.

Didi-Huberman dimostra che Brecht prendeva posizione senza schierarsi; usava questi montaggi per sfidare i punti di vista della stampa e proporre altre letture, per offrire una risposta stilistica e politica all'ineluttabile visibilità degli eventi storici consentita dal mezzo fotografico. I montaggi di Brecht interrompono e scrutano questa visibilità giustapponendo le rappresentazioni della guerra trovate nelle riviste ai suoi epigrammi, un "lirismo documentario" che smonta e rimonta la storia moderna. I montaggi creano un disordine significativo, esponendo la verità attraverso la disorganizzazione, un processo che Didi-Huberman chiama "dialettica del monteur". Queste opere sono esempi di "occhi della storia", quando la visione può contemporaneamente approfondire e criticare la conoscenza storica. I montaggi, sostiene Didi-Huberman, sono le opere più benjaminiane di Brecht.