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Le recensioni evidenziano un misto di apprezzamenti e critiche per il libro di Harman sulla filosofia orientata agli oggetti. Molti lettori ne ammirano la brevità, la chiarezza e lo stile coinvolgente, in particolare l'applicazione di concetti astratti all'esempio storico della Compagnia Olandese delle Indie Orientali (VOC). Tuttavia, alcuni ritengono che l'attenzione alla VOC metta in ombra l'esplorazione dell'ontologia orientata agli oggetti (OOO) e mettono in dubbio le implicazioni pratiche delle idee di Harman.
Vantaggi:⬤ Brevità e chiarezza nella scrittura.
⬤ Stile coinvolgente senza prosa densa.
⬤ Interessante applicazione dei concetti alla storia della VOC.
⬤ Serve come buona introduzione al lavoro di Harman per sociologi, antropologi e studenti di studi religiosi.
⬤ Chiara presentazione dei principi dell'ontologia orientata agli oggetti.
⬤ L'attenzione alla VOC potrebbe essere sproporzionata e sminuire l'esplorazione dell'OOO.
⬤ Alcuni lettori ritengono che le conclusioni filosofiche non siano fondate o che manchino di profondità.
⬤ Critiche al trattamento da parte di Harman dei concetti scientifici e delle idee di gerarchia all'interno dell'OOO.
⬤ Domande sulle implicazioni pratiche e sul significato di OOO nella comprensione della realtà.
(basato su 4 recensioni dei lettori)
Immaterialism: Objects and Social Theory
Quali oggetti esistono nel mondo sociale e come dobbiamo intenderli? Uno specifico ristorante Pizza Hut è reale come i dipendenti, i tavoli, i tovaglioli e le pizze che lo compongono, e come la società Pizza Hut con sede a Wichita, gli Stati Uniti, il pianeta Terra e l'impatto sociale ed economico del ristorante sulla vita dei suoi dipendenti e clienti?
In questo libro il fondatore della filosofia orientata agli oggetti sviluppa il suo approccio per far luce sulla natura e sullo status degli oggetti nella vita sociale. Se spesso si ritiene che l'interesse per gli oggetti equivalga a una forma di materialismo, Harman rifiuta questa visione e sviluppa invece un metodo "immaterialista". Esaminando il lavoro di importanti pensatori contemporanei come Bruno Latour e Levi Bryant, sviluppa una forte critica della "teoria dell'attore-rete". In un'ampia discussione sul famoso esempio di Leibniz della Compagnia olandese delle Indie orientali, Harman sostiene che questa società non si qualifica come oggetto né per "ciò che è" né per "ciò che fa", ma per la sua irriducibilità a una di queste forme. Le fasi della sua vita, sostiene Harman, non sono delimitate principalmente da incidenti drammatici, ma da momenti di simbiosi, un termine che egli trae dalla biologa Lynn Margulis.
Questo libro fornisce un contrappunto fondamentale alle teorie sociali ormai onnipresenti del cambiamento costante, delle reti olistiche, delle identità performative e della costruzione delle cose da parte della pratica umana. Si rivolge a chiunque sia interessato ai dibattiti d'avanguardia della filosofia e della teoria sociale e culturale.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)