Una questione di principio

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Titolo originale:

A Matter of Principle

Contenuto del libro:

Questo è un libro sull'interazione tra questioni politiche urgenti e questioni di filosofia morale molto dibattute. Le controversie a cui si riferisce sono vecchie, ma la storia ha dato loro nuova forma.

Ad esempio, la questione se i giudici debbano o meno fare legge è oggi più che mai importante dal punto di vista pratico, dal momento che gli ultimi presidenti hanno nominato un numero di giudici alla Corte Suprema tale da definirne il carattere per una generazione. Con stile deciso, Ronald Dworkin affronta le questioni relative al sistema giuridico anglo-americano come protettore dei diritti individuali e come strumento per promuovere il bene comune. Discute se i giudici debbano prendere decisioni politiche in casi difficili; il bilanciamento tra i diritti individuali e il bene della comunità; se una persona abbia il diritto di fare ciò che la società considera sbagliato; e il significato di uguaglianza in qualsiasi quadro di giustizia sociale.

Dworkin si oppone fermamente all'idea che i giudici debbano mirare a massimizzare il benessere sociale.

È sua convinzione che l'area di discrezionalità dei giudici sia fortemente limitata, che in un sistema giuridico maturo si possa sempre trovare nella legge esistente una "risposta giusta" per i casi difficili. Dworkin ci aiuta a districarci tra molte questioni attuali, come i diritti e i privilegi della stampa ai sensi del Primo Emendamento.

Esamina il caso Bakke, che ha messo alla prova i programmi di azione positiva. Questi saggi esaminano anche la disobbedienza civile, soprattutto nelle proteste contro il nucleare, e portano una nuova prospettiva al dibattito sul sostegno alle arti. Soprattutto, questo è un libro sull'interazione tra due livelli della nostra coscienza politica: problemi pratici e teoria filosofica, questioni di urgenza e questioni di principio.

Il saggio conclusivo sulla libertà di stampa espande la discussione sul conflitto tra principi e politiche in un monito. Sebbene alcuni difensori della stampa mescolino le due cose per espandere la libertà di parola, la confusione che creano rende un cattivo servizio al loro obiettivo e mette a rischio il vero e fragile diritto alla libertà di parola. Il rischio di compromettere tale diritto è maggiore rispetto a quello di perdere i vantaggi politici più evidenti di un'efficace informazione investigativa e dovremmo quindi guardarci dal pericolo per la libertà di confondere le due cose.

La cautela è generale. Se ci preoccupiamo così poco dei principi da vestire la politica con i loro colori quando questo fa comodo ai nostri scopi, sminuiamo i principi e diminuiamo la loro autorità.