Umanesimo e terrore: Un saggio sul problema comunista

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Umanesimo e terrore: Un saggio sul problema comunista (Maurice Merleau-Ponty)

Recensioni dei lettori

Riepilogo:

L'“Umanesimo e terrore” di Maurice Merleau-Ponty si confronta con la critica di Arthur Koestler al regime sovietico, cercando di difendere il marxismo e affrontando le complessità dello stalinismo. Il libro contiene un discorso filosofico perspicace, ma soffre di incoerenze e di un'accettazione acritica delle narrazioni staliniane, il che ha portato a un'accoglienza contrastante da parte dei lettori.

Vantaggi:

Il libro è ben scritto, soprattutto nella prefazione in cui Merleau-Ponty affronta i dilemmi morali dei comunisti durante il periodo staliniano. Fornisce un'interessante analisi filosofica del marxismo e critica le opinioni di Koestler, offrendo preziosi spunti di riflessione sulla natura dell'ideologia politica e della storia.

Svantaggi:

L'analisi delle tesi di Koestler è viziata da interpretazioni errate, e vi è un'accettazione acritica della prospettiva stalinista, in particolare per quanto riguarda i processi di Mosca. Alcuni lettori trovano le argomentazioni datate ed eccessivamente basate su giudizi storici che sembrano scollegati dalla comprensione contemporanea.

(basato su 2 recensioni dei lettori)

Titolo originale:

Humanism and Terror: An Essay on the Communist Problem

Contenuto del libro:

Pubblicato per la prima volta in Francia nel 1947, il saggio di Merleau-Ponty era in parte una risposta al romanzo di Arthur Koestler, Buio a mezzogiorno, e in senso più ampio un contributo ai dibattiti politici e morali di un mondo postbellico improvvisamente diviso in due campi armati. Per Merleau-Ponty, la domanda di fondo era: data la violenza del comunismo, il comunismo è ancora all'altezza delle sue intenzioni umaniste?

Partendo dal presupposto che una società non è un "tempio di valori-idoli che figurano sulla facciata dei suoi monumenti o nelle sue pergamene costituzionali; il valore di una società è il valore che essa attribuisce alla relazione dell'uomo con l'uomo", Merleau-Ponty esamina non solo i processi di Mosca della fine degli anni Trenta, ma anche la ricostruzione che ne fa Koestler. E Merleau-Ponty chiarisce che i processi di Mosca - e la violenza in generale nel mondo comunista - possono essere compresi solo nel contesto della violenza rivoluzionaria. Egli dimostra che è inutile iniziare un esame della violenza comunista chiedendo se il comunismo rispetta le regole del pensiero liberale; è evidente che il comunismo non lo fa. La domanda da porsi è se la violenza esercitata dal comunismo sia una violenza rivoluzionaria, capace di costruire relazioni umane tra gli uomini.

In un momento in cui molti affrontano questioni simili per le società sia in Oriente che in Occidente, le indagini e le speculazioni di Merleau-Ponty sono di primaria importanza; esse rappresentano un contributo importante e provocatorio alla discussione sull'uso della violenza.

Altre informazioni sul libro:

ISBN:9780807002773
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Rilegatura:Copertina morbida

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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)