La storia del diavolo

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Titolo originale:

The History of the Devil

Contenuto del libro:

Nel 1939, un giovane Vil m Flusser affrontò l'invasione nazista della sua città natale, Praga. Fuggì con la moglie in Brasile, portando con sé solo due libri: un piccolo libro di preghiere ebraiche e il Faust di Goethe.

Ventisei anni dopo, nel 1965, Flusser avrebbe pubblicato La storia del diavolo, ed è l'essenza di quei due libri che ossessiona la sua vita. Da quel momento nasce la sua vita di filosofo. Se in seguito Flusser si sarebbe imposto all'attenzione in Europa e altrove come pensatore della cultura dei media, La storia del diavolo è considerata da molti la sua prima opera significativa, contenente forme nascenti dei temi principali che lo avrebbero occupato nei decenni successivi.

Ne La storia del diavolo, Flusser inquadra la situazione umana da un punto di vista pseudo-religioso. Il mondo fenomenico, o la “realtà” in senso generale, è identificato come il “Diavolo”, e ciò che trascende i fenomeni, o la “realtà” dei filosofi e dei teologi, è identificato come “Dio”.

Facendo riferimento al Tractatus Logico-Philosophicus di Wittgenstein nella sua struttura, Flusser conduce provocatoriamente il lettore attraverso un'esplorazione esistenziale del nulla come fondamento della realtà, dove “fenomeno” e “trascendenza”, “diavolo” e “Dio” si fondono e si confondono. Così radicalmente confusi, infatti, che Flusser suggerisce di abbandonare le virgolette dai termini “Diavolo” e “Dio”.

In questo momento di abissale confusione, dobbiamo prendere le decisioni esistenziali che danno una direzione alla nostra vita.