La mia terra natale è ampia: Repertori e regimi migratori nella Russia del XX secolo

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Titolo originale:

Broad Is My Native Land: Repertoires and Regimes of Migration in Russia's Twentieth Century

Contenuto del libro:

Volontarie o costrette, speranzose o disperate, le persone si sono spostate in numero senza precedenti attraverso il vasto territorio russo nel corso del XX secolo.

Broad Is My Native Land è la prima storia della Russia tardo-imperiale, sovietica e post-sovietica attraverso la lente della migrazione. Lewis H.

Siegelbaum e Leslie Page Moch raccontano le storie dei russi in movimento, cogliendo la ricca varietà delle loro esperienze e distinguendo tra categorie di migranti: coloni, lavoratori stagionali, migranti in città, migranti di carriera e militari, sfollati e rifugiati, deportati e itineranti. Lo spazio politico russo era così vasto e diversificato che nei loro viaggi i migranti spesso attraversavano molteplici confini culturali, linguistici e amministrativi. Confrontando le istituzioni e le esperienze di migrazione attraverso il secolo e collocando la Russia in un contesto internazionale, Siegelbaum e Moch hanno dato un contributo magistrale sia alla storia della Russia sia allo studio delle migrazioni globali.

Gli autori si basano su tre tipi di fonti: le lettere alle autorità (in genere appelli all'assistenza); la miriade di forme di comunicazione utilizzate per fornire trasporto, cibo, alloggio e lavoro ai migranti; le interviste e le memorie di persone che si sono trasferite o sono state trasferite, spesso nelle circostanze più strazianti. Nel loro insieme, queste fonti rivelano la complessa relazione tra i regimi di controllo statale che cercavano di regolare gli spostamenti interni e i repertori tattici impiegati dagli stessi migranti nei loro tentativi, spesso riusciti, di manipolare, resistere e sopravvivere a queste direttive ufficiali.