L'universo decentrato di Finnegans Wake: un'analisi strutturalista

Punteggio:   (4,4 su 5)

L'universo decentrato di Finnegans Wake: un'analisi strutturalista (Margot Norris)

Recensioni dei lettori

Riepilogo:

Le recensioni del libro di Margot Norris “The Decentered Universe of Finnegans Wake: a Structuralist Analysis” presentano un'opinione contrastante, evidenziando l'ampia comprensione dell'opera di Joyce ma anche criticando il libro per la sua percepita mancanza di chiarezza e coerenza. La tesi principale suggerisce che Finnegans Wake è un collage che sfida l'interpretazione tradizionale, portando a un'esperienza di lettura che può sembrare inutilmente complicata e astratta. Mentre alcune sezioni stimolano la riflessione, altre sono ritenute lunghe e ripetitive senza fornire conclusioni sostanziali.

Vantaggi:

Norris fornisce numerosi spunti di riflessione su Finnegans Wake e sull'opera di Joyce, esplora analogie convincenti (come i collegamenti con Edipo Re) e si impegna a fondo con il linguaggio, la psicologia e lo strutturalismo. L'ultimo capitolo offre intriganti parallelismi tra Finnegans Wake e le opere precedenti di Joyce, evidenziando connessioni che molti lettori potrebbero non aver riconosciuto in precedenza.

Svantaggi:

Il libro viene descritto come caratterizzato da lunghi tratti di discussione improduttiva, che portano a una tesi autodistruttiva che può frustrare i lettori. Alcune critiche sottolineano che alla fine il libro fatica a essere chiaro, e spesso porta all'incertezza piuttosto che a conclusioni perspicaci. La complessità dell'argomentazione di Norris può lasciare alcuni lettori con la sensazione di non riuscire a comprendere il testo.

(basato su 1 recensioni dei lettori)

Titolo originale:

The Decentered Universe of Finnegans Wake: A Structuralist Analysis

Contenuto del libro:

Pubblicato originariamente nel 1977. I critici pionieri di Finnegans Wake salutarono l'opera come una critica radicale del linguaggio e della civiltà. Riprendendo la loro posizione, Margot Norris spiega le incertezze più intrattabili del libro non come enigmi che un lettore intelligente deve risolvere, ma come manifestazioni di un "caosmos", un mondo onirico freudiano di trasgressione sessuale e dissoluzione sociale, di essere inautentico e di parole vuote. Le moralità e le costrizioni convenzionali sono sotto assedio in questo caos, dove proprio quei desideri e quelle volontà proibite che sono vietate nel pensiero della veglia si sforzano di farsi sentire. Norris dimostra in modo convincente che i personaggi proteiformi di Finnegans Wake sono creature di una mente sognante. La teleologia del loro universo è la libertà e, nella lotta perenne tra la psiche anarchica dell'individuo e le leggi che rendono possibile la civiltà, è solo nel sogno che la psiche trionfa. È come sogno piuttosto che come romanzo che Norris legge Finnegans Wake.

La devianza lessicale e la densità semantica del libro, sostiene Norris, non sono dovute alla malizia, alla malizia o alla megalomania di Joyce, ma sono essenziali e intrinseche alla sua preoccupazione di ritrarre lo stato interiore dell'uomo. Poiché i significati sono dislocati - nascosti in luoghi inaspettati, moltiplicati e divisi, consegnati all'ambiguità, alla pluralità e all'incertezza - il Wake, sostiene Norris, rappresenta un universo decentrato. I suoi elementi formali di trama, personaggio, discorso e linguaggio non sono ancorati a nessun punto di riferimento, non rimandano al centro. Solo abbandonando i quadri di riferimento convenzionali, il lettore può permettere all'opera di rivelare i propri significati, che si trovano nelle differenze e nelle somiglianze dei suoi molteplici elementi.

Rifuggendo dalla stretta spiegazione di molta critica su Wake, l'autore fornisce un quadro concettuale per le grandi strutture dell'opera con l'aiuto di teorie e metodi presi in prestito da Freud, Heidegger, Lacan, Levi-Strauss e Derrida. Guardando all'opera senza le aspettative romanzesche dell'illusione di una qualche "chiave" per svelare il mistero, Norris esplora le ragioni di Joyce per affidare il suo ultimo panorama umano - un po' più triste dell'Ulisse nella sua preoccupazione per l'invecchiamento, l'uccisione e la morte - a una forma e a un linguaggio appartenenti alle forze decostruttive del XX secolo.

Altre informazioni sul libro:

ISBN:9781421431307
Autore:
Editore:
Lingua:inglese
Rilegatura:Copertina morbida
Anno di pubblicazione:2020
Numero di pagine:162

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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)