Gesù come madre, 16: Studi sulla spiritualità dell'Alto Medioevo

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Gesù come madre, 16: Studi sulla spiritualità dell'Alto Medioevo (Walker Bynum Caroline)

Recensioni dei lettori

Riepilogo:

Il libro “Gesù come madre” di Caroline Walker Bynum offre un'esplorazione accademica della femminilizzazione dell'immaginario religioso nei secoli XII e XIII, in particolare della rappresentazione di Gesù e di Dio in termini materni. Si tratta di una raccolta ben studiata di saggi che sfidano le nozioni comuni di teologia femminista, indicando che le rappresentazioni storiche della femminilità divina non erano esclusivamente appannaggio delle donne. Bynum presenta una visione sfumata dell'intersezione tra genere e spiritualità nella teologia medievale, mostrando gli scritti dei monaci cistercensi e delle mistiche donne.

Vantaggi:

Il libro è istruttivo, ben studiato e offre un'ottima letteratura. Presenta saggi piacevoli ed eruditi, accessibili ai lettori. L'esplorazione del misticismo medievale e degli aspetti materni della divinità è presentata in modo avvincente e viene suggerita come un must della letteratura femminista.

Svantaggi:

I lettori che si aspettano una teologia femminista tradizionale potrebbero trovare il libro deludente, poiché critica piuttosto che approvare alcune idee femministe. Le discussioni contenute nel libro possono mettere in discussione le interpretazioni standard dell'immaginario storico femminile in teologia, cosa che alcune lettrici potrebbero non apprezzare. Inoltre, alcuni avrebbero preferito il formato cartonato.

(basato su 4 recensioni dei lettori)

Titolo originale:

Jesus as Mother, 16: Studies in the Spirituality of the High Middle Ages

Contenuto del libro:

Dall'Introduzione, di Caroline Walker Bynum:

L'opportunità di ripensare e ripubblicare alcuni dei miei primi articoli in combinazione con un nuovo saggio sul XIII secolo mi ha portato a considerare la continuità - sia di argomento che di approccio - che li sottende. In un certo senso, la loro interrelazione è ovvia. I primi due affrontano una questione che una dozzina di anni fa era più in primo piano rispetto a oggi: la questione delle differenze tra gli ordini religiosi. Questi due saggi propongono un metodo di lettura dei testi per immagini e prestiti e per insegnamenti spirituali, al fine di determinare se gli individui che vivono in contesti istituzionali diversi abbiano presupposti diversi sul significato della loro vita. I saggi applicano il metodo alla questione più ampia delle differenze tra canonici e monaci regolari e a quella più ristretta delle differenze tra un tipo di monaci - i cistercensi - e altri gruppi religiosi, monastici e non, del XII secolo. Il terzo saggio riprende alcuni temi dei primi due, in particolare la discussione delle concezioni canoniche e cistercensi del fratello individuale come esempio, per suggerire un'interpretazione della vita religiosa del XII secolo come interessata alla natura dei gruppi e all'espressione affettiva. Il quarto saggio, sempre sui monaci cistercensi, elabora i temi dei primi tre.

I suoi obiettivi secondari sono quelli di fornire ulteriori prove sugli atteggiamenti distintamente cistercensi e di elaborare l'ambivalenza cistercense sulla vocazione che ho delineato nel saggio sulle concezioni della comunità. Inoltre, solleva domande che ora sono diventate popolari in ambienti non accademici e accademici: che significato dobbiamo dare all'aumento dell'immaginario femminile negli scritti religiosi maschili del XII secolo? Possiamo imparare qualcosa sulle spiritualità distintamente maschili o femminili da questa femminilizzazione del linguaggio? Il quinto saggio si differenzia dagli altri perché si rivolge al XIII secolo piuttosto che al XII, alle donne piuttosto che agli uomini, all'analisi dettagliata di molti temi in pochi pensatori piuttosto che a un tema in molti scrittori.

Si basa tuttavia sulle conclusioni degli studi precedenti. Il senso della vocazione monastica e del sacerdozio, dell'autorità di Dio e di sé e del significato del genere che trovo nei tre grandi mistici della fine del XIII secolo di Helfta può essere compreso solo sullo sfondo della crescente preoccupazione del XII e XIII secolo per l'evangelizzazione e per un Dio avvicinabile, che sono i temi fondamentali dei primi quattro saggi. Tali connessioni tra i saggi saranno chiare a chiunque li legga. Vi sono tuttavia continuità metodologiche e interpretative più profonde che desidero sottolineare in questa sede. Questi studi costituiscono un appello per un approccio alla spiritualità medievale che non è ora - e forse non lo è mai stato - dominante nell'erudizione medievale. Inoltre, forniscono un'interpretazione della vita religiosa dell'Alto Medioevo che va controcorrente rispetto alla recente enfasi sull'emergere di una "spiritualità laica". Mi propongo quindi di fornire, come introduzione, sia una discussione dei recenti approcci alla pietà medievale sia un breve schizzo della storia religiosa del XII e XIII secolo, sottolineando quei temi che costituiscono il contesto delle mie indagini specifiche. Non voglio essere frainteso.

Nel fornire qui una discussione degli approcci e delle tendenze della religione medievale non pretendo che gli studi che seguono costituiscano una storia generale né che il mio metodo sostituisca quello degli storici sociali, istituzionali e intellettuali. Una manciata di.

Altre informazioni sul libro:

ISBN:9780520052222
Autore:
Editore:
Rilegatura:Copertina morbida
Anno di pubblicazione:1984
Numero di pagine:280

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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)