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De Controversiis Tomus II: On the Roman Pontiff
In questo trattato teologico San Roberto Bellarmino affronta in cinque libri le obiezioni protestanti e greco-ortodosse al Papato. Nel primo, sostiene che Cristo ha stabilito il primato di Pietro per mezzo di una monarchia ecclesiastica, che affronta argomenti diversi come: Qual è la migliore forma di governo? Perché è giusto che il governo della Chiesa sia una monarchia.
Commento esegetico alle parole del Signore in Matteo 16 e Giovanni 21, insieme a una copiosa testimonianza patristica.
Nel Libro 2 si tratta di stabilire se Pietro ha dei successori nella monarchia ecclesiastica, in cui Bellarmino difende la posizione della Chiesa sulla vera storia di Pietro.
Che Pietro andò veramente a Roma.
Che Pietro fu veramente un vescovo.
Che alla sua morte gli sono succeduti uomini nella monarchia ecclesiastica, così come la sua prova da parte dei Padri, poi attraverso tutte le confutazioni, Bellarmino chiede cosa accadrebbe se il Papa fosse eretico.
Nel libro 3, Bellarmino mostra le numerose contraddizioni e i ragionamenti errati utilizzati dai primi protestanti per sostenere che il Papa è l'Anticristo, esponendo al contempo la comprensione autentica dei passi della Scrittura che parlano dell'Anticristo. Dopo aver presentato la testimonianza della Scrittura e dei Padri sui segni che devono precedere l'Anticristo, Bellarmino mostra come nulla di tutto ciò sia in accordo con il Romano Pontefice. Confuta anche la favola di "Papa Giovanna".
Nel libro 4, Bellarmino argomenta perché il Papa è infallibile quando definisce una dottrina sulla fede e sulla morale e procede a difendere i Papi che, secondo i protestanti e altri, hanno sbagliato nel definire la fede. Prosegue con una discussione sulla legge e sul perché non è contrario al Vangelo che il Papa (o un Vescovo della sua diocesi) faccia leggi che vincolano i fedeli, confutando l'insegnamento di Giovanni Calvino.
Nel libro 5, Bellarmino affronta la questione del potere dei Papi negli affari civili. I protestanti avevano sostenuto che il Papa usurpava tirannicamente i diritti dei sovrani e che intendeva governare il mondo direttamente negli affari civili, mentre alcuni canonisti troppo legati a una visione più medievale erano di un'analoga persuasione sul lato positivo. Egli procede poi a dimostrare che il potere temporale del Papa è indiretto e che egli può intervenire per il bene della fede quando scomunica i sovrani, ma non per motivi politici. I protestanti sostenevano che un vescovo non poteva essere allo stesso tempo principe temporale e vescovo, cosa che Bellarmino confuta con forza sulla base della Scrittura e della Tradizione.
Questa prima traduzione in inglese contiene anche molte note storiche su termini, persone, sintassi greca e latina e altro per aiutare il lettore. Il valore dell'opera non è meramente apologetico: il trattato di Bellarmino ha anche fornito intuizioni sull'insegnamento cattolico che sono state fondamentali non solo per i teologi successivi, ma anche per il Vaticano I.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)