Sempre più di uno: la danza dell'individuazione

Punteggio:   (3,5 su 5)

Sempre più di uno: la danza dell'individuazione (Erin Manning)

Recensioni dei lettori

Riepilogo:

Always More Than One di Erin Manning continua la sua esplorazione dei processi nell'arte e nell'esperienza, concentrandosi su concetti come “bodying” e “worlding”. Il libro intreccia danza, arte, cinema ed esperienze autistiche, fornendo una prospettiva unica sulla relazionalità senza cadere nella teoria astratta. La scrittura di Manning è in equilibrio tra eloquenza e complessità, coinvolgendo il lettore e ponendo allo stesso tempo delle sfide. Il trattamento empatico dell'autismo è un elemento di spicco, che evidenzia le sfumature dell'esperienza e dell'etica.

Vantaggi:

Profondamente coinvolgente e intricato con i temi della danza, dell'arte e del cinema
presenta una prospettiva filosofica unica sulla relazionalità
forte trattamento empatico dell'autismo
ben studiato e ricco di dettagli
discussioni avvincenti sulle varie influenze artistiche.

Svantaggi:

La prosa di Manning può essere complessa e impegnativa da leggere, con alcuni passaggi di difficile comprensione
può richiedere pazienza e familiarità con i concetti filosofici discussi
lo stile può risultare irritante per alcuni lettori.

(basato su 1 recensioni dei lettori)

Titolo originale:

Always More Than One: Individuation's Dance

Contenuto del libro:

In Always More Than One, la filosofa, artista visiva e danzatrice Erin Manning esplora il concetto di “più che umano” nel contesto del movimento, della percezione e dell'esperienza. Partendo dalla filosofia del processo di Whitehead e dalla teoria dell'individuazione di Simondon, l'autrice estende i concetti di movimento e relazione sviluppati nel suo lavoro precedente alla nozione di “pensiero coreografico”.

In questo caso, utilizza il pensiero coreografico per esplorare una modalità di percezione che precede la sedimentazione dell'esperienza in categorie stabilite. Manning collega questo al concetto di “percezione autistica”, descritta dagli autistici come la consapevolezza di un campo relazionale prima della cosiddetta tendenza neurotipica a “spezzettare” l'esperienza in soggetti e oggetti predeterminati. Gli autistici spiegano che, invece di distinguere immediatamente gli oggetti - come sedie, tavoli e umani - l'uno dall'altro quando entrano in un determinato ambiente, sperimentano l'ambiente come se prendesse gradualmente forma.

Manning sostiene che questa modalità di consapevolezza è alla base di tutta la percezione. Ciò che percepiamo non è mai un soggetto o un oggetto, ma un'ecologia.

Da questo punto di vista, l'autrice propone di considerare una politica ecologica in cui il movimento e la relazione hanno la precedenza su categorie predefinite, come quelle di neurotipico e neurodiverso, o di umano e non umano. Cosa significherebbe abbracciare una politica ecologica di individuazione collettiva?

Altre informazioni sul libro:

ISBN:9780822353348
Autore:
Editore:
Rilegatura:Copertina morbida
Anno di pubblicazione:2013
Numero di pagine:328

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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)