Non usare le parole! Le emozioni dei bambini in un mondo in rete

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Titolo originale:

Don't Use Your Words!: Children's Emotions in a Networked World

Contenuto del libro:

Come si insegna ai bambini a controllare i propri sentimenti e come si resiste

questa gestione emotiva attraverso la produzione culturale.

Oggi, anche i bambini più piccoli parlano tra loro attraverso i social media facendo riferimento a meme, canzoni e movimenti, costruendo un linguaggio comune che resiste agli imperativi dei genitori, dell'istruzione e dei media di dare un nome ai loro sentimenti e quindi di controllare i loro corpi. Negli ultimi due decenni, la programmazione televisiva per bambini ha fornito un sito terapeutico per l'elaborazione di emozioni come la rabbia, ma così facendo ha rafforzato strutture normative di sentimenti che, come sostiene Jane Juffer, indeboliscono l'intensità e la gamma delle esperienze affettive dei bambini.

Don't Use Your Words cerca di sfidare queste norme, evidenziando i modi in cui i bambini esprimono i loro sentimenti attraverso produzioni culturali che includono disegni, fan art, meme, video su YouTube, passi di danza e conversazioni mentre giocano online. Concentrandosi su bambini di età compresa tra i cinque e i nove anni, Don't Use Your Words colloca queste produzioni in contesti specifici, tra cui la politica dell'immigrazione, cui fanno riferimento i disegni dei bambini centroamericani appena rilasciati dai centri di detenzione, e la politica elettorale, contestata nelle opere d'arte dei bambini che esprimono la loro rabbia per la vittoria di Trump. Contestando la tendenza del mainstream a parlare a nome dei bambini, Juffer sostiene che questi ultimi hanno la facoltà di rispondere da soli: cosa si prova a essere bambini?