Multiculturalismo e politica della colpa: Verso una teocrazia laica

Punteggio:   (4,6 su 5)

Multiculturalismo e politica della colpa: Verso una teocrazia laica (Edward Gottfried Paul)

Recensioni dei lettori

Riepilogo:

Le recensioni di “Multiculturalismo e politica della colpa” di Paul Gottfried presentano un quadro misto. Il libro viene lodato per la sua critica acuta del multiculturalismo moderno e dello Stato manageriale, oltre che per la sua profondità scientifica. Tuttavia, alcuni lettori hanno trovato lo stile di scrittura complesso e disarticolato, che ha sminuito il messaggio. Mentre molti apprezzano le argomentazioni dell'autore, altri lo criticano per la mancanza di chiarezza e coerenza, e alcuni lo definiscono addirittura mal scritto o noioso.

Vantaggi:

Critica acuta del multiculturalismo e dello Stato manageriale.
Profondità scientifica e analisi autorevole.
Contiene intuizioni articolate e “gemme” che risuonano con i lettori esperti.
Fornisce una prospettiva unica sulle tendenze storiche e culturali.
Coinvolgente per chi è interessato al panorama politico e culturale.

Svantaggi:

Stile di scrittura disarticolato e complesso che può essere difficile da seguire.
Alcuni lettori hanno trovato la prosa eccessivamente accademica e densa.
Critiche per l'insufficiente enfasi su alcuni aspetti, come il ruolo degli ebrei nel multiculturalismo.
Etichettato come scritto male da alcuni lettori che hanno ritenuto che mancasse di chiarezza.
Potrebbe non piacere a chi ha prospettive ideologiche diverse o una scarsa tolleranza per le argomentazioni complesse.

(basato su 16 recensioni dei lettori)

Titolo originale:

Multiculturalism and the Politics of Guilt: Toward a Secular Theocracy

Contenuto del libro:

Multiculturalismo e politica della colpa amplia l'esame di Paul Gottfried sulla crescita del governo manageriale occidentale nell'ultimo terzo del XX secolo. Collegando il multiculturalismo a un contesto politico e religioso peculiare, il libro sostiene che la democrazia dello Stato sociale, a differenza del liberalismo borghese, ha rifiutato la distinzione un tempo convenzionale tra governo e società civile.

Gottfried sostiene che l'incessante celebrazione della diversità in Occidente ha portato al declassamento della cultura occidentale, un tempo dominante. La logica morale del governo è diventata la presa di coscienza di una presunta maggioranza della popolazione. Gli Stati sociali, pur continuando a fornire diritti e a realizzare gli altri programmi materiali dei vecchi regimi assistenziali, hanno smesso di fare salti qualitativi in direzione della democrazia sociale.

Per la nuova élite politica, la nazionalizzazione e la redistribuzione del reddito sono diventate meno importanti del controllo della parola e del pensiero dei cittadini democratici.

Una crescente ostilità verso il passato cristiano borghese, esplicita o almeno implicita nelle politiche intraprese dall'Occidente e sollecitate dai media, è caratteristica di quello che Gottfried definisce un emergente Stato "terapeutico". Per Gottfried, l'accettazione di un'invadente correttezza politica ha trasformato la coscienza religiosa della società occidentale, in particolare di quella protestante.

L'aver presentato il "vero" cristianesimo come una religione sensibile solo alle vittime ha creato un presupposto per un'ampia ingegneria sociale. Gottfried esamina il cristianesimo liberale del tardo XX secolo come promotore della politica della colpa. Il senso di colpa metafisico è stato trasformato in autodistruzione in relazione ai "giusti sofferenti" identificati con le minoranze razziali, culturali e di stile di vita.

A differenza dei precedenti sostenitori del liberalismo religioso, gli statalisti terapeutici si oppongono a qualsiasi cosa, compresa la conoscenza empirica, che impedisca l'espressione del senso di colpa sociale e culturale nel tentativo di aumentare l'autostima delle vittime designate. Altrettanto preoccupante per Gottfried è la crescita di un impero americano che sta influenzando i valori e le mode europee. Secondo Gottfried, gli europei hanno iniziato ad abbracciare il movimento multiculturale, nato dall'enfasi del protestantesimo liberale americano sulla diversità come elemento essenziale per la democrazia.

Vede gli europei portare uno zelo autoritario nell'imporre idee e comportamenti importati dagli Stati Uniti. Multiculturalism and the Politics of Guilt estende le argomentazioni del precedente After Liberalism dell'autore.

Sia che si contestino o si sostengano le conclusioni di Gottfried, tutti trarranno vantaggio da un'attenta lettura di questa ultima diagnosi della condizione americana.

Altre informazioni sul libro:

ISBN:9780826215208
Autore:
Editore:
Lingua:inglese
Rilegatura:Copertina morbida
Anno di pubblicazione:2004
Numero di pagine:176

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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)