La meritocrazia tossica dei videogiochi: Perché la cultura del gioco è la peggiore

Punteggio:   (3,8 su 5)

La meritocrazia tossica dei videogiochi: Perché la cultura del gioco è la peggiore (A. Paul Christopher)

Recensioni dei lettori

Riepilogo:

Il libro offre un esame critico della cultura tossica del gioco e mette in discussione il concetto di meritocrazia, sostenendo che non è veramente basato sul merito. Discute di come l'ambiente di gioco possa essere ostile, in particolare nei confronti dei giocatori meno abili e dei gruppi emarginati. Mentre alcuni lettori trovano le argomentazioni avvincenti e perspicaci, altri le liquidano come eccessivamente accademiche o fuorvianti.

Vantaggi:

Fornisce critiche acute alla cultura del gioco e alla meritocrazia.
Coinvolge lettori di diversa estrazione, compresi i non giocatori.
Offre un invito tempestivo e stimolante ad affrontare i problemi di tossicità e disuguaglianza.
Include capitoli ben argomentati con una scrittura accessibile.
Discute le implicazioni per una comunità di gioco più inclusiva.

Svantaggi:

Alcuni lettori trovano il libro eccessivamente accademico e scollegato dalla realtà.
Subisce il contraccolpo dei giocatori che credono nella meritocrazia tradizionale e lo vedono come una promozione dell'ingiustizia.
Alcune recensioni esprimono insoddisfazione per lo stile di scrittura o il contenuto, definendolo “sconclusionato” o “senza senso”.
I critici sostengono che il gioco mina i valori del duro lavoro e dell'abilità.

(basato su 17 recensioni dei lettori)

Titolo originale:

The Toxic Meritocracy of Video Games: Why Gaming Culture Is the Worst

Contenuto del libro:

Un appassionato di videogiochi e un acuto critico dei media spiega il contributo negativo della meritocrazia alla cultura dei videogiochi - e cosa si può fare al riguardo.

I videogiochi hanno portato intrattenimento, istruzione e innovazione a milioni di persone, ma il gioco ha anche i suoi lati oscuri. Dalla profonda misoginia incarnata dal GamerGate alla malvagità endemica delle comunità di giocatori abusivi, la cultura dei videogiochi ha avuto serie ripercussioni nel mondo reale, dalle minacce di morte alle pratiche sessiste dell'industria e alle condanne razziste.

In The Toxic Meritocracy of Video Games (La meritocrazia tossica dei videogiochi), Christopher A. Paul, critico dei nuovi media e videogiocatore di lunga data, spiega come l'attenzione dei videogiochi per la meritocrazia dia potere a questa cultura negativa. Paul mostra innanzitutto perché la meritocrazia è parte integrante del design, delle narrazioni e dei valori dei videogiochi. I giochi in genere valorizzano l'abilità e la tecnica, e le pratiche comuni dei videogiochi (come il livellamento) costruiscono il pensiero meritocratico nelle premesse più elementari. Spesso si presume che i videogiochi abbiano un campo di gioco uniforme, ma essi facilitano il trasferimento delle abilità da un gioco all'altro, consentendo a certi giocatori un vantaggio incorporato.

The Toxic Meritocracy of Video Games identifica le sfide profonde della cultura dei videogiochi, ma non tutto è perduto. Come sostiene Paul, istituzioni altrettanto meritocratiche come lo sport professionistico e l'istruzione superiore hanno trovato potenti rimedi per alleviare le proprie culture tossiche, tra cui il reclutamento attivo e strategie che promuovono valori come la contingenza, la fortuna e la serendipità. Paul sostiene che questi valori possono essere portati nell'universo dei videogiocatori, favorendo così una cultura più diversificata, accettante e auto-riflessiva che non è solo un bene per i giocatori, ma anche per i videogiochi.

Altre informazioni sul libro:

ISBN:9781517900410
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Rilegatura:Copertina morbida
Anno di pubblicazione:2018
Numero di pagine:280

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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)