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Terror in the Western Mind: Cultural Responses to 9/11
A vent'anni dagli attentati terroristici al World Trade Center e al Pentagono, possiamo ora constatare che la guerra al terrorismo ha inciso profondamente sull'autocomprensione dell'Occidente e sull'immagine liberale e secolare che esso cercava di proiettare su una tela globale in quella che era ampiamente ritenuta la fine della storia. Il drammatico cambiamento di consapevolezza che l'11 settembre ha comportato è stato particolarmente vivido, sostiene questo libro, nei media che hanno sostenuto e mostrato l'immagine di sé dell'Occidente.
In particolare, la narrativa, il cinema, il dramma, le arti visive e la musica popolare hanno lottato per venire a capo dei fenomeni del terrore, della guerra asimmetrica, dell'attivismo jihadista nazionale e dei dilemmi morali e politici che essi evocano. Il libro sostiene inoltre che l'evoluzione della risposta progressista all'11 settembre ha assunto un carattere sempre più ideologico attraverso le teorie critiche e normative delle relazioni internazionali che hanno dominato i campus occidentali dopo il 2001.
Queste prospettive hanno dato corpo a una rappresentazione sempre più critica della guerra al terrorismo in Occidente e alla sua promozione popolare attraverso opere di letteratura, film, musica e arti visive. Promossa attraverso questi generi popolari, combinava gli ingredienti che formavano l'ideologia “woke” in una formula accessibile che in seguito ha dominato sia i media tradizionali, sia il mondo accademico e, col tempo, le agenzie governative.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)