Gli assassini di Beethoven

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Titolo originale:

Beethoven's Assassins

Contenuto del libro:

L'effetto complessivo è quello di una storia brillantemente ben informata di 200 anni di filosofia, scienza, musica e misticismo, con un tocco di hocus pocus da Codice Da Vinci, nel senso di una storia del mondo alternativa “sub rosa” mai del tutto rivelata. Ma dire questo significa perdere il puro divertimento e l'energia narrativa della scrittura di Crumey, l'abilità e l'intuizione con cui evoca ciascuno dei suoi narratori, dal repellente allo struggente, e l'enorme ingegnosità con cui intreccia le loro storie, compresa quella di Adam Crouch, uno scrittore fallito e un buffone del XXI secolo memorabilmente squallido, che entra nella storia per caso e diventa il testimone finale ubriaco di una tragedia senza tempo.

C'è qualcosa di profondamente postmoderno nei densi riferimenti culturali e nel complesso mosaico di fatti e finzioni che compongono la narrazione di Crumey; e in questo senso prosegue in un filone che egli ha sfruttato negli ultimi 25 anni e più. L'intensità con cui la storia si interroga sulla natura stessa del tempo - e segue la sua voce centrale, Robert Coyle, attraverso lo strano incubo della pandemia - sembra però del tutto attuale; come se Crumey ci conducesse in un vortice terminale di storia e pensiero, musica e cultura, universi paralleli e realtà in competizione, dove tutte le cose scintillano e implodono con straordinaria vivacità, sull'orlo dell'oblio”.

Joyce McMillan in The Scotsman.