Come è nato il linguaggio: La storia della più grande invenzione dell'umanità

Punteggio:   (4,2 su 5)

Come è nato il linguaggio: La storia della più grande invenzione dell'umanità (L. Everett Daniel)

Recensioni dei lettori

Riepilogo:

Il libro presenta una teoria radicale sulle origini del linguaggio, sostenendo che esso sia precedente all'Homo sapiens e sia stato sviluppato dall'Homo erectus. Everett critica la linguistica tradizionale, in particolare le teorie di Chomsky, e sottolinea l'importanza del linguaggio per la comunicazione e la sua evoluzione culturale.

Vantaggi:

I lettori hanno lodato il libro per le sue ricche intuizioni sulla storia del linguaggio umano, per la sua accessibilità e per lo stile di scrittura accattivante. Molti hanno trovato intrigante e stimolante l'esplorazione di diversi aspetti scientifici e le argomentazioni dell'autore sul ruolo dell'Homo erectus nel linguaggio. Il libro è considerato un importante contributo alla comprensione del linguaggio e della sua origine, che lo rende una lettura preziosa sia per il pubblico generale che per gli accademici.

Svantaggi:

I critici sottolineano la mancanza di prove sostanziali a sostegno di alcune affermazioni di Everett sull'uso precoce del linguaggio e alcuni recensori lo hanno trovato ripetitivo o incoerente. Ci sono lamentele per la sua occasionale complessità tecnica e per il percepito disinteresse dell'autore verso le teorie linguistiche consolidate, in particolare quelle di Chomsky. Inoltre, alcuni hanno ritenuto che il libro riproponesse idee convenzionali senza metterle sufficientemente in discussione o offrire spunti originali.

(basato su 60 recensioni dei lettori)

Titolo originale:

How Language Began: The Story of Humanity's Greatest Invention

Contenuto del libro:

L'umanità ha un netto vantaggio rispetto alle altre specie terrestri: parliamo tra di noi. Ma come abbiamo acquisito la forma più avanzata di comunicazione sulla Terra? Daniel L. Everett, un linguista "bomba" e "eroe popolare istantaneo" (Tom Wolfe, Harper's), fornisce in questa ampia storia un esame completo della storia evolutiva del linguaggio, dai primi tentativi di parlare da parte degli ominidi alle oltre settemila lingue che esistono oggi.

Sebbene i cacciatori di fossili e i linguisti ci abbiano avvicinato alla scoperta delle vere origini del linguaggio, le scoperte di Daniel Everett hanno sconvolto il mondo linguistico contemporaneo, riverberandosi ben oltre i circoli accademici. Mentre conduceva ricerche sul campo nella foresta pluviale amazzonica, Everett si è imbattuto in una lingua millenaria annidata tra una tribù di cacciatori-raccoglitori. Sfidando i principi di lunga data del settore, Everett si basa ora sulla teoria che il linguaggio non sia intrinseco alla nostra specie. Per comprendere veramente le sue origini, è necessario un approccio più interdisciplinare, che tenga conto della nostra propensione alla cultura tanto quanto della nostra composizione biologica.

Il linguaggio è iniziato, teorizza Everett, con l'Homo Erectus, che ha catalizzato le parole attraverso simboli inventati culturalmente. I primi esseri umani, man mano che il loro cervello si ingrandiva, incorporavano gesti e intonazioni vocali per comunicare, tutti elementi che si sono sviluppati l'uno sull'altro per 60.000 generazioni. Seguendo i cambiamenti e gli sviluppi cruciali nel corso dei secoli, Everett analizza ogni componente del linguaggio, dal controllo di più di cento muscoli respiratori nella laringe e nel diaframma alla padronanza dell'uso della lingua. Passando dalla biologia all'esecuzione, Everett esplora il motivo per cui elementi come la grammatica e la narrazione non sono così critici per il linguaggio come si potrebbe sospettare.

Nella sezione finale del libro, Evoluzione culturale del linguaggio, Everett affronta il sempre discusso "divario linguistico", approfondendo l'abisso che separa "noi" dagli "animali". Affronta l'argomento da diverse discipline, tra cui l'antropologia, le neuroscienze e l'archeologia, per rivelare che è stata la complessità sociale, oltre alla superiorità culturale, fisiologica e neurologica, a permettere agli esseri umani - con le nostre mani senza artigli, le ossa frangibili e la pelle morbida - di diventare il predatore supremo.

In definitiva, spiega ciò che sappiamo, ciò che vorremmo sapere e ciò che probabilmente non sapremo mai su come gli esseri umani siano passati dalla semplice comunicazione al linguaggio. Basandosi su quasi quarant'anni di lavoro sul campo, Everett sfata le teorie a lungo sostenute da alcuni dei più grandi pensatori della storia, da Platone a Chomsky. Il risultato è uno studio inestimabile su ciò che ci rende umani.

Altre informazioni sul libro:

ISBN:9780871407955
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Rilegatura:Copertina rigida

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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)