Xinjiang Year Zero
Dal 2017, le autorità cinesi hanno detenuto centinaia di migliaia di uiguri, kazaki e altre minoranze musulmane in "campi di rieducazione" nella regione autonoma dello Xinjiang, nel nord-ovest della Cina.
Sebbene la ragione ufficiale di questa detenzione di massa fosse la prevenzione del terrorismo, la campagna si è trasformata in un tentativo di rimodellare lo stile di vita di queste popolazioni, un esperimento di ingegneria sociale volto a cancellare le loro culture e tradizioni per trasformarle in cittadini "civilizzati" secondo l'interpretazione dello Stato cinese. Attraverso una raccolta di saggi scritti da studiosi che hanno condotto ricerche approfondite nella regione, questo volume si pone tre obiettivi: primo, documentare la realtà dell'emergente stato di sorveglianza e dell'assimilazione coercitiva che si è sviluppata nello Xinjiang negli ultimi anni e che continua ancora oggi; secondo, descrivere il funzionamento e analizzare le cause di queste politiche, evidenziando come questi sviluppi si inseriscano non solo nelle tendenze interne cinesi, ma anche nelle più ampie dinamiche globali; terzo, proporre l'azione, per ascoltare l'appello della sinistra progressista da Marx in poi a cambiare il mondo e non solo ad analizzarlo.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)