Verità: Politica estetica

Titolo originale:

Truth: Aesthetic Politics

Contenuto del libro:

Ecologie della verità in un'epoca di post-verità.

Il problema dei neonazisti non è che non si fidano dei media, ma che si fidano troppo. I suprematisti bianchi sono assolutamente convinti della loro supremazia. Diffidano delle tecnologie e dei cambiamenti climatici, così come dei poveri globali, perché, in quanto europei bianchi, credono di essere esenti dallo sfruttamento. Questo libro sostiene che le uniche verità possibili nel XXI secolo sono pratiche mobili e inventive che coinvolgono tutto ciò che i modelli europei di comunicazione escludono: le tecnologie, la natura e gli avanzi di umanità. Ripercorrendo le storie della loro separazione, Verità analizza la lotta tra il nuovo dominio dei sistemi informativi e i mondi sensoriali che esclude, non ultima la saggezza ancestrale che l'Occidente ha imprigionato nelle sue tecnologie. L'emergente cibernetica degli anni Quaranta è diventata l'ideologia dominante del XXI secolo. La verità si oppone alla sua divisione del mondo tra soggetti e oggetti, segnali e rumori, sottolineando che non ci può essere un ritorno a un Eden primordiale di scambi liberi. Al contrario, queste divisioni, che hanno fondamentalmente riorganizzato la forma merceologica che hanno ereditato, sono le condizioni storiche con cui dobbiamo confrontarci.

Attingendo a un'ampia gamma di pratiche estetiche, dalla letteratura, al cinema, all'arte, alla musica, ai mezzi di comunicazione sul posto di lavoro, agli strumenti scientifici e alle esposizioni di animali, Truth cerca i modi per creare un nuovo bene comune e una nuova politica fondata sulle proprietà estetiche della creatività, dei sensi e della percezione che non possono più essere limitate ai soli esseri umani.