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Venice and the Slavs: The Discovery of Dalmatia in the Age of Enlightenment
Questo libro studia la natura del dominio veneziano sugli slavi della Dalmazia durante il XVIII secolo, concentrandosi sull'elaborazione culturale di un'ideologia dell'impero che si basava su una missione civilizzatrice nei confronti degli slavi. Il libro sostiene che l'Illuminismo all'interno dell'"Impero adriatico" di Venezia era profondamente preoccupato di esplorare le dimensioni economiche e sociali dell'arretratezza in Dalmazia, in accordo con l'evoluzione della distinzione tra "Europa occidentale" ed "Europa orientale" in tutto il continente.
Il libro sostiene inoltre che il primitivismo attribuito ai dalmati dagli illuministi veneziani fu fondamentale per la scoperta intellettuale europea degli slavi. Il libro inizia discutendo le prospettive letterarie veneziane sulla Dalmazia, in particolare il dramma di Carlo Goldoni e le memorie di Carlo Gozzi. Studia poi l'opera che ha portato il tema della Dalmazia all'attenzione dell'Illuminismo europeo: il resoconto di viaggio del filosofo padovano Alberto Fortis, tradotto dall'italiano in inglese, francese e tedesco.
I due capitoli successivi si concentrano sulle popolazioni montane dell'entroterra dalmata chiamate Morlacchi, famose come "selvaggi" in tutta Europa nel XVIII secolo. I Morlacchi sono considerati prima come un problema dell'amministrazione veneziana e poi in relazione al problema del "nobile selvaggio", studiato antropologicamente e celebrato poeticamente.
Il libro descrive poi l'incontro di questi discorsi amministrativi e filosofici sulla Dalmazia durante gli ultimi decenni della Repubblica di Venezia. Si conclude valutando l'eredità dell'Illuminismo veneziano per le prospettive successive sulla Dalmazia e sugli Slavi del Sud, dall'Illiria napoleonica alla Jugoslavia del XX secolo.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)