Una suite di danze

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Titolo originale:

A Suite of Dances

Contenuto del libro:

“Una volta Pound osservò 'che la musica comincia ad atrofizzarsi quando si allontana troppo dalla danza, che la poesia comincia ad atrofizzarsi quando si allontana troppo dalla musica'. In A Suite of Dances, Mark Weiss fa incontrare la poesia e la danza in misure intricate e deliziose. I ritmi e il tono di queste poesie sornione e sinuose fanno sobbalzare il lettore con aforismi inaspettati e fuori dagli schemi, battute e mosse di agilità improvvisativa e di grazia agile, che riescono sempre ad atterrare.

Quando ero ragazzo correvo

Verso mari splendenti

e poi di nuovo indietro.

Gli spostamenti multipli.

Cosa dire dell'innocenza cosmetica?

Questi versi della prima sezione, “Ghost Dance”, danno il tono a ciò che segue, trovando modi sempre più inventivi per rispondere alla domanda sul destino dell'innocenza. Weiss fa rivivere con amore lo swing antifonale dei vecchi maestri con un gusto vivace. Questi versi, tratti dalla sezione conclusiva, “On Wings of Song”, avrebbero reso orgoglioso Ben Jonson:

Saltò, quel limpido lepidottero,

sulla sua preda alata,

e tra i due era il più volatile

Dubito che si possa dire,

perché entrambi sulla brezza tremolante

si allontanarono in silenzio.

Pulsanti di arguzia, spavalderia, volgarità, pathos, capriccio e ricche di quel più raro dei piaceri della poesia contemporanea: l'impeto del canto, queste poesie sono increspate da una musica che si muove liberamente attraverso la gamma della lirica inglese. La nota di fondo della malinconia le ancorano a una tradizione di perdita e rinascita riflessiva che è, infine, riaffermante, dal momento che, come ha detto Williams, 'non sappiamo e non possiamo sapere nulla/ se non la danza'”. -Patrick Pritchett