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Titolo originale:
An Injury to All: The Decline of American Unionism
Contenuto del libro:
Nell'ultimo decennio il lavoro americano ha affrontato un'ondata di tagli salariali, chiusure di stabilimenti e scioperi a oltranza. In questa prima storia completa del movimento sindacale da Truman a Reagan, Kim Moody mostra come l'ideologia conservatrice dell'AFL-CIO del “sindacalismo d'impresa” abbia efficacemente disarmato i sindacati di fronte alla svolta della destra interna e al passaggio epocale alla produzione globalizzata.
Rifuggendo dalle alleanze con le nuove forze sociali a favore dei vecchi legami della Guerra Fredda e dei patti illusori con le grandi imprese, l'AFL-CIO sotto George Meany e Lane Kirkland è stata costretta a rinunciare a molte delle conquiste ottenute nel dopoguerra. Con un'attenzione straordinaria ai punti di vista dei lavoratori e delle lavoratrici, Moody racconta gli sforzi importanti, ma in gran parte non riportati, della base sindacale per trovare una via d'uscita dalla crisi.
In casi di studio sull'industria automobilistica, siderurgica, dell'imballaggio della carne e dei camion, traccia l'ascesa dei movimenti “anticoncessione” e in altri casi di studio descrive i formidabili ostacoli all'“organizzazione dei non sindacalizzati” nel settore dei servizi. Segue un'analisi dettagliata del potenziale della Rainbow Coalition di unire il lavoro con altri gruppi progressisti, insieme a una considerazione pionieristica sulle possibilità di un nuovo “internazionalismo del lavoro”.
