Una cosa leggera, la felicità

Una cosa leggera, la felicità (Joan Baranow)

Titolo originale:

A Slight Thing, Happiness

Contenuto del libro:

"Se siamo donne, ripensiamo alle nostre madri", dichiara Virginia Woolf in Una stanza tutta per sé e certamente Joan Baranow abbraccia una poetica incentrata sulla donna in Una cosa leggera, la felicità. In questo volume di poesie, Baranow esplora le molte fasi della maternità, a partire dalla sua lotta con i trattamenti per l'infertilità, la tossiemia della gravidanza e le nascite premature dei suoi figli. Le poesie che aprono il libro raccontano quei primi giorni di delusione, speranza e gratitudine con immagini vivide della natura, mentre la poetessa si fa strada in un ambiente clinico difficile.

Nella sezione II Baranow guarda alle donne che l'hanno preceduta, alla ricerca di una guida su come essere madre nel migliore dei modi, pur avendo perso la propria madre a causa del cancro. La perdita della madre, sia letteralmente che spiritualmente, è un motivo che ricorre in tutto il libro. Le donne anziane del folklore, ad esempio, sono presentate come femmine agguerrite che hanno tragicamente perso il controllo sulle loro vite. In "Grandma", l'oratore ricorda come "Una volta, aveva portato un'ascia. / Una volta aveva scorticato le piccole colombe / così abbondanti qui, le macchie dei loro occhi / brillanti gemme d'onice....". Come la nonna di "Cappuccetto Rosso", la donna sa che l'età le ha tolto le forze e "ora è un fantasma, non è vero, / spompato, spompato, con le gambe come stracci contorti". In "Sergeant Marge", una veterana di guerra non più in grado di badare a se stessa è legata a un letto d'ospedale e si oppone al sistema che insiste nel prendersi cura di lei togliendole la possibilità di agire. Anche la stessa madre del poeta, parlando dalla tomba, non ha altro che consolazione da offrire alla figlia in lutto.

Sebbene le sue antenate siano indebolite dall'età, la loro resistenza alle forze che le limitano è fonte di ispirazione. La poetessa impara che la disinvoltura di fronte alla paura può essere un modello per la maternità. Questa terza sezione del libro descrive il mondo visto dai suoi figli, un mondo "con o senza ali", dove la morte aleggia ai margini della loro consapevolezza. Baranow piange le morti ordinarie che si verificano come parte naturale della vita - un topo annegato, un cerbiatto morto - eppure incoraggia il suo bambino a "camminare coraggiosamente in cima a un muro di pietra, con la punta dei piccioni". Queste poesie celebrano l'energia incurante dell'infanzia, anche se la morte rimane sempre presente nella mente della poetessa.

L'ultima sezione del libro si sposta verso l'esterno, mentre le esigenze della maternità si spostano in una sfera sociale più ampia e la poetessa si ricollega alle amicizie, al matrimonio e ai propri ricordi d'infanzia. La natura rimane il nucleo vitale del rapporto della Baranow con la vita e con la creazione di immagini. Ricorda quando la sua "anima ha avuto la possibilità di viaggiare / dove la terra era inutile - / solo campi di meli abbandonati" e come una volta ha liberato una nuvola di termiti che sono state immediatamente catturate dalle libellule, "che sono piombate / come grossi bombardieri". La natura è fisicamente e moralmente istruttiva, dai dettagli intimi della vita riproduttiva alle stelle che "hanno mantenuto la loro rotta". Nonostante la sua ammissione: "So così poco / di ciò che amo", la poetessa e il figlio adolescente si ritrovano momentaneamente a confidarsi l'uno con l'altro, avvolti sotto il cielo notturno nel calore simile a un grembo materno di una vasca idromassaggio d'albergo.

Altre informazioni sul libro:

ISBN:9781955194082
Autore:
Editore:
Lingua:inglese
Rilegatura:Copertina morbida

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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)