Un Occidente rapito: La tragedia dell'Europa centrale

Recensioni dei lettori

Le recensioni degli utenti esprimono un misto di delusione e riflessioni positive sul libro, che consiste in brevi saggi e discorsi degli anni Ottanta. Mentre alcuni lettori trovano utili le intuizioni di Kundera sull'Europa centrale, altri criticano il libro per la sua mancanza di profondità e per le strategie di marketing percepite come insincere.

Alcuni lettori apprezzano le acute riflessioni di Kundera sulla precaria esistenza delle piccole nazioni dell'Europa centrale e sulla sua capacità di rimanere attuale anche dopo la caduta del comunismo. La scrittura è descritta come interessante e facile da leggere.

Molti recensori criticano il libro perché non è sufficientemente sviluppato e sembra più una raccolta di saggi riciclati che un'opera coesa. C'è delusione per la tattica di marketing che consiste nel presentare brevi scritti come un libro completo, dando la sensazione di essere sfruttati come lettori.

(basato su 5 recensioni dei lettori)

Titolo originale:

A Kidnapped West: The Tragedy of Central Europe

Contenuto del libro:

Una breve raccolta di brillanti saggi degli esordi che offre un contesto affascinante per la successiva carriera di Milan Kundera e che si pone come specchio di gran parte della recente storia europea. È anche straordinariamente preveggente per quanto riguarda l'attuale aggressione della Russia in Ucraina e la sua minaccia al resto dell'Europa.

I primi lavori di saggistica di Milan Kundera hanno una risonanza particolare nel nostro tempo. In questi brani, Kundera sostiene la causa delle "piccole nazioni" europee che, per cultura, sono occidentali con profonde radici in Europa, nonostante la Russia abbia imposto i propri regimi politici comunisti in Ungheria, Cecoslovacchia, Polonia, Ucraina e altrove. Kundera avverte che la vera tragedia non è la Russia, ma l'Europa, la cui identità e cultura sono direttamente sfidate e minacciate in un modo che potrebbe portare alla loro distruzione. Egli lancia un allarme che risuona forte e chiaro nel nostro ventunesimo secolo.

Il saggio del 1983 tradotto da Edmund White ("La tragedia dell'Europa centrale") e la conferenza del 1967 tenuta dal giovane Milan Kundera all'Unione degli scrittori cechi nel bel mezzo della Primavera di Praga ("La letteratura e le piccole nazioni"), tradotti per la prima volta da Linda Asher, sono entrambi scritti con una voce che è allo stesso tempo personale, veemente e angosciata. Qui Kundera appare già come uno dei nostri grandi scrittori europei e veramente nostro contemporaneo. Ogni brano è preceduto da una breve presentazione dello storico francese Pierre Nora e del politologo francese di origine ceca Jacques Rupnik.