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World'd Too Much: The Poetry of Russell Atkins
Poesia. Studi africani e afroamericani. A cura di Kevin Prufer e Robert E. McDonough. "Russell Atkins è un fenomeno e la sua scrittura è fenomenale. La sua esistenza ci impone di ripensare contemporaneamente le storie ricevute dell'avanguardia e della letteratura afroamericana, e di riconsiderare interamente i limiti della poesia del dopoguerra", Craig Dworkin.
"Questo covone di scherzi anti-wordsworthiani di Russell Atkins è una delizia di livello farmaceutico. Dal manifesto che apre il volume ai drammi poetici noiry/sublime che lo chiudono, le prodezze e i giochi di prestigio di Atkins provocano (in me) una reazione bacchica. È come quando, guidando verso est a Cleveland sulla I-90, in piena estate, si arriva a quel punto in cui si deve fare una brusca svolta a destra a tutta velocità o andare direttamente nel lago. Per un attimo, sospeso nella poesia di Atkins, mi sento sfuggire ai binari, volare in aria e sorvolare il volto abbagliante e fatale dell'Erie. Questa è la roba più pura, e la migliore". Joyelle McSweeney.
"Non sono ancora stati fatti i giusti confronti tra Paul Celan e Russell Atkins nella forma, nella sintassi, nell'intenzione e, sì, nel contenuto. Questo libro dimostra che Atkins rimane un poeta il cui occhio è affilato come qualsiasi lama che abbia tagliato il XX secolo, e i lettori che non hanno ancora sperimentato la sua scrittura si privano di vedere realmente il sangue che scorre in tutti noi. Quel sangue è oscuro. È necessario. "Jericho Brown.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)