Punteggio:
Il libro “Stanze delle ossa” di Sam Redman offre un'avvincente esplorazione della raccolta di resti umani nei musei e nelle università degli Stati Uniti, facendo luce sulle implicazioni storiche ed etiche di queste pratiche. I lettori sono generalmente coinvolti dallo stile di scrittura accessibile di Redman e dagli affascinanti aneddoti che illustrano l'intreccio tra scienza, cultura e politica museale.
Vantaggi:⬤ Stile di scrittura coinvolgente e accessibile che affascina sia i non accademici che gli studiosi.
⬤ Approfondimenti su un aspetto poco conosciuto ma significativo della storia americana.
⬤ Le storie e gli aneddoti individuali rendono l'argomento relatabile e stimolante.
⬤ Raccomandato per la profondità della ricerca e della narrazione.
⬤ Incoraggia i lettori a riconsiderare le loro prospettive sui musei e sulle collezioni.
⬤ Diversi lettori hanno segnalato una scarsa qualità di stampa nelle edizioni con copertina rigida, tra cui pagine non allineate e problemi di rilegatura.
⬤ Alcuni potrebbero trovare il contenuto inquietante a causa della sua natura sensibile riguardo ai resti umani.
(basato su 21 recensioni dei lettori)
Bone Rooms: From Scientific Racism to Human Prehistory in Museums
Un libro dell'anno dello Smithsonian.
Un libro naturalistico dell'anno
"Fornisce le necessarie fondamenta del rapporto tra musei e nativi americani".
-- Smithsonian
Nel 1864 un medico dell'esercito americano disseppellì i resti di un uomo Dakota ucciso in Minnesota e inviò lo scheletro a un museo di Washington che raccoglieva resti umani per la ricerca. Nelle "stanze delle ossa" dello Smithsonian si stava svolgendo una rivoluzione scientifica che avrebbe cambiato la nostra comprensione del corpo umano, della razza e della preistoria.
Alla ricerca di prove a sostegno di nuove teorie sulla classificazione razziale, i collezionisti intrapresero una competizione globale per recuperare i migliori esemplari di scheletri, mummie e fossili. Man mano che lo studio di queste scoperte screditava la teoria razziale, le nuove idee emerse nel campo dell'antropologia in erba hanno spostato la razza come motivo principale per la costruzione di stanze delle ossa. Oggi, mentre una nuova generazione cerca di conoscere il passato degli indigeni, si sta facendo strada l'idea di restituire alle popolazioni native gli oggetti di significato spirituale.
"Un'analisi splendidamente scritta e meticolosamente documentata di questa storia poco conosciuta".
--Brian Fagan, Current World Archeology.
"Come hanno fatto i nostri musei a diventare grandi magazzini di resti umani? Bone Rooms cerca le risposte... attraverso le mutevoli idee sulla razza, l'anatomia, l'antropologia e l'archeologia e aiuta a spiegare i recenti standard etici per la raccolta e l'esposizione di morti umane".
--Ann Fabian, autrice di I collezionisti di teschi.
"Descrive nei dettagli le nascenti visioni della scienza razziale che si sono sviluppate nei musei di storia naturale, antropologici e medici degli Stati Uniti... Redman ritrae efficacemente le notevoli personalità che si celavano dietro (questi dibattiti)... contrapponendo il pungente Ales Hrdlička allo Smithsonian... all'alleato-rivale Franz Boas all'American Museum of Natural History".
--David Hurst Thomas, Nature.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)