Spontaneità e forma nella prosa moderna

Titolo originale:

Spontaneity and Form in Modern Prose

Contenuto del libro:

Questo studio analizza la prosa post-romantica i cui autori - in termini di razza, genere, classe, nazionalità e altro - occupano una serie di posizioni di soggetto. A differenza della poesia, la prosa letteraria moderna non ha un repertorio retorico o una struttura (al di là di quella grammaticale) che si possa tabulare.

Di conseguenza, diventa una zona di sperimentazione e di creatività spontanea, nonché un mezzo per indagare il concetto di spontaneità, inteso come post-secolare. Tenendo conto delle storie separate e delle peculiarità, questo volume rivela scrittori che scoprono le loro idee man mano, in una prosa il cui suono, ritmo, sintassi e immagini sfuggono al preordine. Ci sono capitoli su William Hazlitt, Ralph Waldo Emerson e Walt Whitman (e sulla filosofia indù), Gerard Manley Hopkins, Herman Melville, D.

H. Lawrence e Saul Bellow, Virginia Woolf e Marion Milner, Gwendolyn Brooks, Adil Jussawalla e Chimamanda Ngozi Adichie.

Questi scrittori sono intelligentemente turbati da due transizioni: la prima, il movimento dall'impulso alla forma; la seconda, la sovrapposizione tra forme letterarie e forme sociali. Esplorano il desiderio di società rinnovate che, espressive dei nostri sé più profondi, permettano anche a quei sé - in tempi di panica frammentazione, relativismo morale e comunicazione imperfetta - di interagire come cittadini.