Scritti raccolti del presidente Mao: Volume 2 - Guerriglia

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Titolo originale:

Collected Writings of Chairman Mao: Volume 2 - Guerrilla Warfare

Contenuto del libro:

Mao Zedong (noto anche come Mao Tse-tung) è considerato una delle figure più controverse della storia mondiale moderna. Dopo aver conquistato il Paese, governò la Repubblica Popolare Cinese dalla sua fondazione come Stato comunista nel 1949 fino alla sua morte nel 1976. Brillante e spietato, la sua eredità comprende tattiche di guerriglia, violente rivoluzioni culturali e una duratura propaganda comunista. È stato nominato da Time Magazine una delle 100 figure più influenti del XX secolo.

Eric Margolis, dell'Huffington Post, scrive del Presidente Mao:

Mao era un abile poeta, scrittore e storico, un profondo pensatore e un superbo stratega militare. Schiacciò le armate nazionaliste sostenute dagli Stati Uniti, forti di 4,3 milioni di uomini, in una serie di battaglie titaniche, costringendo il suo rivale, Chiang Kai-shek, a fuggire a Taiwan... Il Grande Timoniere unì la Cina fratturata e dilaniata dalla guerra, restituendole orgoglio e fiducia in se stessa dopo due secoli di umiliazioni. Mao contrastò i tentativi sovietici e statunitensi di trasformare la Cina in uno Stato cliente e ne rafforzò la potenza militare... Gli aiutanti di Mao non osavano dirgli che milioni di persone stavano morendo di fame. L'Imperatore Rosso Mao era prodigo con le vite del suo popolo e, secondo gli aiutanti che gli erano vicini, era scioccamente indifferente alle loro sofferenze. Mao inorridì persino i brutali leader sovietici dicendo che era pronto a perdere metà del suo popolo per uscire vittorioso da una guerra nucleare...

Il secondo volume di questa raccolta speciale contiene tre importanti conferenze e saggi del presidente Mao sulla guerriglia.

*Parte 1 - Sulla guerriglia.

*Parte 2 - Problemi di strategia nella guerriglia contro il Giappone.

*Parte 3 - Sulla guerra prolungata.

Estratto da Scritti raccolti del presidente Mao: Volume 2 - Guerriglia di Mao Zedong.

Ristampato per autorizzazione. Tutti i diritti riservati.

Nel settembre del 1812, Napoleone, nel tentativo di conquistare tutta l'Europa, invase la Russia alla testa di un grande esercito di diverse centinaia di migliaia di soldati di fanteria, cavalleria e artiglieria. A quel tempo la Russia era debole e il suo esercito, mal preparato, non era concentrato. La fase più importante della sua strategia fu l'uso della cavalleria cosacca e di distaccamenti di contadini per portare avanti operazioni di guerriglia. Dopo aver ceduto Mosca, i russi formarono nove divisioni di guerriglieri di circa cinquecento uomini ciascuna. Questi, insieme a vasti gruppi di contadini organizzati, portarono avanti la guerra partigiana e molestarono continuamente l'esercito francese. Quando l'esercito francese si ritirava, infreddolito e affamato, i guerriglieri russi sbarravano la strada e, in combinazione con le truppe regolari, effettuavano contrattacchi sulle retrovie francesi, inseguendole e sconfiggendole.

L'esercito dell'eroico Napoleone fu quasi interamente annientato e i guerriglieri catturarono molti ufficiali, uomini, cannoni e fucili. Sebbene la vittoria sia stata il risultato di vari fattori e sia dipesa in gran parte dalle attività dell'esercito regolare, la funzione dei gruppi partigiani fu estremamente importante. Il paese corrotto e mal organizzato che era la Russia sconfisse e distrusse un esercito guidato dal più famoso soldato d'Europa e vinse la guerra nonostante la sua capacità di organizzare regimi di guerriglia non fosse pienamente sviluppata. A volte, i gruppi di guerriglieri erano ostacolati nelle loro operazioni e la fornitura di attrezzature e armi era insufficiente. Se usiamo il detto russo, si trattò di una battaglia tra il pugno e l'ascia.