Rotta verso la morte nelle Hawaii del 1920: Ingiustizia e vendetta nel caso Fukunaga

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Titolo originale:

Raced to Death in 1920s Hawai i: Injustice and Revenge in the Fukunaga Case

Contenuto del libro:

Il 18 settembre 1928, Myles Yutaka Fukunaga rapì e uccise brutalmente George Gill Jamieson, un bambino di dieci anni, a Waik k.

Fukunaga, un nisei diciannovenne, o giapponese americano di seconda generazione, confessò il crimine. Nel giro di tre settimane, le autorità lo hanno condannato all'impiccagione, nonostante i dubbi sulla sanità mentale di Fukunaga e una difesa profondamente lacunosa da parte dei suoi avvocati d'ufficio.

Jonathan Y. Okamura sostiene che i funzionari hanno “affrettato” la morte di Fukunaga: dapprima considerando l'accusato solo come giapponese, nonostante la legge sia apparentemente daltonica, e poi affrettandosi a soddisfare la richiesta di vendetta della comunità Haole (bianca). Okamura inserisce il caso in un'analisi della gerarchia razziale alla base della società hawaiana, dominata dagli Haole che si vedevano maggiormente minacciati dalla consistente comunità nippo-americana dell'isola.

Il caso Fukunaga e altri simili negli anni Venti rafforzarono la supremazia Haole e mantennero il confine razziale che separava gli Haole dai non Haole, in particolare attraverso l'ingiustizia razziale. Okamura mette in discussione la rappresentazione delle Hawaii come paradiso razziale, rivelando i modi in cui gli Haole usurparono il sistema giudiziario penale e rivalutando la tesa storia del razzismo anti-giapponese alle Hawaii.