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POR QU FIDEL ABANDON AL CHE? Guevara: Valgo ms vivo que muerto
¿POR QUÉ FIDEL ABANDONÓ AL CHE? è uno straziante libro di inchiesta giornalistica. Nel corso del viaggio l'autore si imbatte nei fallimenti dei progetti di guerriglia a Salta (Argentina) e in Congo, entrambi guidati dal Che, che poi morirà nell'ultimo tentativo di guerriglia a La Higuera, in Bolivia. Ma ciò che colpisce umanamente è che in Bolivia muore senza stivali, affamato, senza le medicine per l'asma e con la maggior parte dei suoi compagni di guerriglia morti.
Ma paradossalmente, durante l'esito di questo dramma e da L'Avana, Fidel Castro non attiva alcuna operazione per salvare il Che dal gigantesco agguato in cui è caduto in Bolivia, ma anzi incrocia a volte le braccia o muove alcune pedine ben precise degli scacchi politico-operativi per affossarlo ancora di più nel suo isolamento quasi suicida.
E nella sua ideologia Guevara sottolinea tutti i momenti in cui ha chiesto aiuto e Fidel Castro non glielo ha dato. E la cosa più incisiva, dal punto di vista della filosofia esistenziale, è che, essendo stato catturato in condizioni deplorevoli, Guevara ha più voglia di vivere che di morire. Quindi chiede ai suoi carcerieri di non ucciderlo, perché “valgo più da vivo che da morto”. Subito dopo l'esecuzione, violando tutti i codici etici militari esistenti, il comando militare boliviano ordina di tagliargli le mani in un insolito atto di castrazione fisica. La lettura di questo libro insieme al Diario di Che Guevara in Bolivia dimostra il totale abbandono che Guevara subì da parte di Fidel Castro e del suo regime.
¿POR QUÉ FIDEL ABANDONÓ AL CHE? è un libro desgarrador di investigazione periodica. Nel corso del viaggio l'autore si imbatte nei conflitti dei progetti di guerriglia a Salta (Argentina) e in Congo, entrambi guidati dal Che, che muore successivamente nell'ultimo degli intenti guerriglieri a La Higuera, in Bolivia. Ma l'aspetto umanamente più interessante è che in Bolivia muore senza le sue bombe, abbracciato, senza i suoi farmaci per l'asma e con la maggior parte dei suoi compagni di guerriglia morti.
Paradossalmente, però, durante l'epilogo di questo dramma e da L'Avana, Fidel Castro non attiva alcuna operazione per salvare il Che dal gigantesco agguato in cui è caduto in Bolivia, ma anzi a volte piega le braccia o muove alcune pedine ben precise degli scacchi politico-operativi per farlo sprofondare ancora di più nel suo isolamento quasi suicida. E nella sua ideologia, Guevara sottolinea tutte le volte in cui ha chiesto aiuto e non gli è stato dato da Fidel Castro. E la cosa più incisiva, da un punto di vista filosofico esistenziale, è che, essendo stato catturato in condizioni deplorevoli, Guevara ha più voglia di vivere che di morire. Chiede quindi ai suoi carcerieri di non ucciderlo, perché valgo più da vivo che da morto. Subito dopo l'esecuzione, in violazione di tutti i codici di etica militare esistenti, il comando militare boliviano ordina di tagliargli le mani in un insolito atto di castrazione fisica. La lettura di questo libro, insieme al Diario di Che Guevara in Bolivia, dimostra il totale abbandono di Guevara da parte di Fidel Castro e del suo regime.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)