Olimpiadi della guerra fredda: Un nuovo fronte di battaglia nella guerra psicologica, 1948-1956

Titolo originale:

Cold War Olympics: A New Battlefront in Psychological Warfare, 1948-1956

Contenuto del libro:

La tensione politica della Guerra Fredda si è riversata sui Giochi Olimpici, quando ciascuna delle due parti si è impegnata in una guerra psicologica. Nelle prime tre Olimpiadi del dopoguerra, questa rivalità ha segnato il corso dei giochi successivi, in cui entrambe le parti hanno sfruttato spietatamente lo sport per fini politici.

Ai primi Giochi di Helsinki, l'Unione Sovietica quasi superò gli Stati Uniti nel medagliere. Colti alla sprovvista, gli Stati Uniti si affrettarono a rispondere, certi che i sovietici avrebbero sfruttato una vittoria alle Olimpiadi successive per manifestare la loro superiorità sul mondo occidentale. Dopo la repressione della rivolta ungherese del 1956, un atleta sovietico colpì un avversario ungherese nelle semifinali di pallanuoto di Melbourne, colorando di rosso la piscina.

Gli Stati Uniti incoraggiarono segretamente gli atleti del blocco orientale a disertare, gli agenti comunisti cinesi riuscirono quasi a spingere il loro governo a ritirarsi dai giochi e una storia d'amore proibita tra un atleta americano e uno ceco sfociò in un matrimonio politicamente complesso. Questa storia descrive queste e altre storie che hanno avuto origine dal complicato rapporto tra la politica della Guerra Fredda e le Olimpiadi.