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Le recensioni evidenziano una reinterpretazione delle opere di Platone, in particolare del Meno, sostenendo che l'enfasi dovrebbe essere posta sulla vita attiva e curiosa piuttosto che esclusivamente sull'epistemologia e sulla verità. Il recensore sostiene che Platone ridicolizza l'idea che l'indagine sia inutile e sostiene invece un approccio immaginativo alla filosofia, privilegiando le belle teorie rispetto alle prove empiriche.
Vantaggi:Il libro offre una nuova prospettiva sulla filosofia di Platone, sottolineando l'importanza dell'indagine attiva e dell'immaginazione. Sfida le interpretazioni convenzionali che si concentrano troppo sull'epistemologia, evidenziando il valore delle belle teorie e incoraggiando i lettori ad abbracciare un approccio più arricchente alla filosofia.
Svantaggi:Alcuni lettori potrebbero trovare poco convincente o eccessivamente idealistico il rifiuto della scienza empirica e l'attenzione alle teorie immaginative. La critica ai “cercatori di verità” può risultare derisoria, allontanando forse coloro che apprezzano gli approcci empirici in filosofia.
(basato su 1 recensioni dei lettori)
Che cos'è la virtù? Può essere appresa o è innata? È possibile conoscere le cose a priori (prima dell'esperienza)? In questo importante e influente dialogo socratico, Platone affronta un gran numero di questioni fondamentali della filosofia, tra cui la differenza tra conoscere effettivamente qualcosa e limitarsi a mantenere una convinzione corretta su di essa.
Il dialogo inizia quando Meno, un giovane aristocratico della Tessaglia, dichiara con sicurezza di essere in grado di definire la virtù, per poi ridursi in breve tempo a una totale confusione, destino comune a chi si confronta con Socrate. La tesi di Meno, secondo cui un concetto non può essere definito senza conoscere la sua natura, porta a uno dei passaggi più celebri della storia della filosofia: Socrate afferma la dottrina della reincarnazione e, ponendo un rompicapo matematico allo schiavo di Meno, dimostra l'esistenza di una conoscenza innata.
Questo breve ma profondo dialogo, che costituisce la base per i successivi esami della conoscenza a priori, appare qui nella traduzione dell'illustre studioso Benjamin Jowett.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)