Losing It - Una vita alla ricerca dell'eccellenza sportiva

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Titolo originale:

Losing It - A lifetime in pursuit of sporting excellence

Contenuto del libro:

Per capire Anna Karenina, Mellors, Molly Bloom, Dante, Romeo, Giulietta e Bridget Jones bisogna anche aver amato, perso e vinto. Per capire lo sport, nelle più grandi arene, bisogna aver giocato, perso e vinto, conosciuto la vergogna, la speranza, la gioia, l'orrore e la gloria.

Simon Barnes ha partecipato a sette Olimpiadi estive, cinque Coppe del Mondo e dieci serie di Ashes. Beh, non proprio ha partecipato, ma di certo era lì e ha scritto molto. E sempre, dietro ogni vittoria e ogni sconfitta che ha registrato, c'era il riferimento alla sua carriera sportiva, in cui le amare bellezze del fallimento erano occasionalmente alternate all'ebbrezza del successo.

A scuola era, almeno all'inizio, l'opposto di un ribelle senza causa: era uno sciocco sportivo alla ricerca di un gioco in cui eccellere, ma che purtroppo non trovò. A nove anni pensava che in qualche modo sarebbe diventato miracolosamente bravo nello sport. Purtroppo non lo divenne mai. Ma il folle sportivo che era in lui non morì mai e alla fine dei vent'anni ci riprovò: una seconda carriera sportiva, in cui il trionfo della speranza sull'esperienza fu più o meno una vittoria. Il sogno si era solo leggermente modificato: ora pensava di essere in qualche modo miracolosamente competente.

Così fondò una squadra di calcio e finalmente si ritrovò ad essere il portiere di prima scelta. Poi fondò una squadra di cricket, con la convinzione che così facendo avrebbe avuto sempre la certezza di giocare. Allo stesso tempo, si appassionò all'equitazione e scoprì di essere piuttosto bravo a cavalcare in gara.

Tutte queste avventure gli hanno insegnato a conoscere lo sport: perché lo facciamo, cosa serve per essere molto bravi. Ha imparato a conoscere il rapporto tra abilità fisiche e mentali, la paura, il coraggio e il dolore fisico. Ha imparato a conoscere il funk, la calma zen, il gioco di squadra e il "me". Il suo fallimento sportivo è stato una parte gioiosa e profondamente istruttiva della sua vita, e qui ne racconta la storia.