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Whose Development?: An Ethnography of Aid
L'“antropologia dello sviluppo” sta già sfidando la saggezza del pensiero e della pratica dello sviluppo. In questo libro, Crewe e Harrison si basano sul lavoro esistente, utilizzando la propria esperienza di progetti di aiuto in Africa e in Asia per esaminare una serie di presupposti radicati nella mente degli “sviluppatori”. Persistono nozioni errate sul progresso, il genere, la tecnologia, la partnership, la motivazione, la cultura e la razza, e vi sono divari enormi tra queste nozioni e le politiche e le pratiche effettive di sviluppo.
Attraverso il materiale etnografico di due diverse organizzazioni - una ONG internazionale, l'altra un'agenzia multilaterale - gli autori esplorano ciò che accade quando il personale espatriato addetto allo sviluppo, i funzionari governativi locali e i beneficiari degli aiuti interagiscono tra loro. Descrivono come le disuguaglianze di potere basate su razza, classe e genere si riflettono nei processi di aiuto.
Si tratta di un'opera di notevole sottigliezza. Gli autori ritengono inadeguate le dicotomie tra “noi”, gli “sviluppatori”, e “loro”, i “beneficiari” dello sviluppo. Mettono in discussione il potere apparentemente monolitico degli sviluppatori e mostrano la necessità di un resoconto più sfumato e contestuale delle relazioni complesse e spesso ambigue che esistono all'interno dell'industria degli aiuti. Pur rifiutando di fornire risposte semplici, questo libro arricchisce notevolmente la nostra comprensione delle dinamiche culturali e strutturali del processo di sviluppo.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)