Lingue oscure: L'arte dei furfanti e degli imbroglioni

Punteggio:   (3,9 su 5)

Lingue oscure: L'arte dei furfanti e degli imbroglioni (Daniel Heller-Roazen)

Recensioni dei lettori

Riepilogo:

Il libro ha ricevuto recensioni contrastanti: alcuni hanno lodato la profonda comprensione delle lingue e l'esplorazione delle teorie linguistiche da parte di Heller-Roazen, mentre altri ritengono che la presentazione sia arida e poco stimolante.

Vantaggi:

Heller-Roazen dimostra un'immensa conoscenza delle lingue, fornisce interessanti approfondimenti su principi linguistici come il cant e gli anagrammi e offre una prospettiva storica sul funzionamento di poeti come Villon. L'analisi è coinvolgente per chi è interessato alla linguistica strutturale.

Svantaggi:

Lo stile di scrittura può mancare di piacevolezza, facendo sembrare l'argomento noioso per alcuni lettori. C'è uno scollamento tra il primo e l'ultimo capitolo, che può confondere chi non è interessato alla linguistica strutturale. Le conclusioni tratte possono sembrare irrisolte e lasciare i lettori in dubbio sulle intenzioni dell'autore.

(basato su 2 recensioni dei lettori)

Titolo originale:

Dark Tongues: The Art of Rogues and Riddlers

Contenuto del libro:

Un'esplorazione dei linguaggi segreti, che si muove tra lingue ermetiche artificiali diverse come i gerghi criminali e i discorsi divini.

Dark Tongues costituisce un'esplorazione prolungata di un fatto che lascia perplessi e che non ha mai ricevuto l'attenzione che merita. Ovunque gli esseri umani condividano una lingua, si sforzano anche di ricavarne qualcosa di nuovo: un idioma criptico, costruito a partire dalla grammatica che conoscono, che permetta loro di comunicare in segreto. Queste lingue nascoste hanno molte forme. Possono essere giocosi o seri, giochi per bambini o lavori per adulti. Possono essere impenetrabili come lingue straniere, o leggermente diverse dagli idiomi da cui scaturiscono, o appena percettibili, essendo la loro esistenza oggetto di supposizioni incerte, persino improbabili.

I primi gerghi registrati risalgono all'epoca del Rinascimento, quando gli scrittori di tutta Europa notarono che improvvisamente erano entrate in uso lingue oscure. Una variegata schiera di personaggi - giuristi, grammatici e teologi - denunciò queste nuove forme di linguaggio, sostenendo che erano strumenti del crimine, tramati in lingue che le persone oneste non potevano comprendere. Prima della comparsa di questi gerghi moderni, tuttavia, lo stravolgimento artificiale delle lingue aveva uno scopo diverso. In epoche e regioni diverse come la Grecia e la Roma arcaiche, la Provenza e la Scandinavia medievali, anche i cantori e gli scribi inventavano varietà opache di linguaggio. Non lo facevano per frodare, ma per rivelare e registrare una cosa divina: la lingua degli dei, che solo i poeti e i sacerdoti si diceva padroneggiassero.

Dark Tongues si muove tra queste varie lingue artificiali ed ermetiche. Dai gerghi criminali agli idiomi sacri, dal lavoro di Saussure sugli anagrammi alla teoria di Jakobson sugli schemi subliminali nella poesia, dalle arti arcane dei druidi e dei copisti biblici alla procedura segreta che Tristan Tzara, fondatore di Dada, credeva di aver scoperto nelle canzoni e nelle ballate di Villon, Dark Tongues esplora i mestieri comuni dei furfanti e degli enigmisti, che giocano tra suono e senso.

Altre informazioni sul libro:

ISBN:9781935408338
Autore:
Editore:
Lingua:inglese
Rilegatura:Copertina rigida
Anno di pubblicazione:2013
Numero di pagine:240

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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)