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Il libro offre uno sguardo toccante sulla vita di Raymond Whitney Maker durante la prima guerra mondiale attraverso le sue lettere, che catturano le esperienze e le lotte quotidiane di un soldato in Francia. È molto apprezzato per il suo valore storico e le sue intuizioni, anche se alcuni lettori potrebbero trovare troppo sentimentale la narrazione che lo accompagna.
Vantaggi:Fornisce un'affascinante visione della vita quotidiana dei doughboy durante la prima guerra mondiale, ben studiata e con un tributo a una figura storica significativa, perfettamente in linea con i media relativi allo stesso periodo.
Svantaggi:La narrazione e il commento sono considerati da alcuni lettori troppo fioriti e sentimentali.
(basato su 2 recensioni dei lettori)
Letters from a Yankee Doughboy: Private 1 St Class Raymond W. Maker in World War I
Letters From a Yankee Doughboy è una raccolta di oltre 125 lettere scritte dal soldato di prima classe Raymond W. Maker alla sorella Eva, un'infermiera della contea di Framingham, Massachusetts, che descrivono il suo servizio quotidiano in combattimento durante la Prima Guerra Mondiale.
Queste lettere, curate dal nipote del soldato Maker, il maggiore Bruce H. Norton (USMC in pensione), sono accompagnate da 365 annotazioni del diario tascabile che Raymond tenne religiosamente per tutto il 1918. Il soldato Maker era stato assegnato alla Compagnia C, 101° Battaglione di segnalazione sul campo, con il compito di riparare e sostituire le linee di comunicazione distrutte dall'artiglieria e dai colpi di mortaio durante le terribili battaglie che si svolsero tra le forze di fanteria tedesche e la 26° Divisione "Yankee" dell'American Expeditionary Force (AEF), in Francia, dall'ottobre del 1917 alla fine della guerra.
Assegnato al 104° reggimento di fanteria, il soldato Maker ha visto il peggio della guerra di terra. Combatté nella battaglia di Belleau Wood, fu gasato dall'artiglieria tedesca nella battaglia di Ch teau-Thierry e fu ferito dal fuoco dell'artiglieria fuori Verdun, appena un giorno prima della firma dell'Armistizio.
Il tema delle sue lettere evocherà vividi ricordi nelle decine di migliaia di uomini e donne che hanno servito il loro Paese e nei loro amici e cari. Come post scriptum, verso la fine della guerra, Raymond prese la chiave della Porta Nord di Verdun come ricordo del campo di battaglia e la spedì a casa a sua sorella, istruendola a "conservare quella chiave, perché un giorno avrà un valore".
L'11 novembre 2018 - nel centenario della Giornata dell'Armistizio - l'autore ha restituito la chiave a Thierry Hubscher, il direttore del Memorial de Verdun, per esporla in quel grande Museo, chiudendo un capitolo centenario della vita di Raymond.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)