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Il libro esplora la storia e il significato culturale del tessuto a righe in Europa, discutendone le connotazioni economiche, artistiche e sociali. Sebbene molti lettori ne apprezzino il contenuto affascinante e i collegamenti perspicaci, le critiche comuni includono la mancanza di illustrazioni e di profondità, e alcuni ritengono che il libro scalfisca solo la superficie dell'argomento.
Vantaggi:Storia affascinante e ben studiata, interessanti collegamenti con l'arte e la cultura, lettura veloce e ben scritta. Molti lettori l'hanno trovato perspicace per quanto riguarda il significato culturale delle strisce.
Svantaggi:Spesso manca di sufficienti illustrazioni, percepite come superficiali o troppo brevi da alcuni lettori, ripetizioni se si leggono più opere dell'autore e alcune critiche alla traduzione o alla chiarezza del testo.
(basato su 15 recensioni dei lettori)
The Devil's Cloth: A History of Stripes
La rigatura di una superficie serve a distinguerla, a evidenziarla, a contrapporla o associarla a un'altra superficie, e quindi a classificarla, a tenerla d'occhio, a verificarla, persino a censurarla. Nel corso dei secoli, la riga ha lasciato il segno in modi misteriosi.
Dalle uniformi dei carcerati agli abiti su misura, da un cartello stradale a un set di lenzuola, da Pablo Picasso a San Giuseppe, le righe hanno sempre fatto parlare di sé. Ma il confine che separa la striscia buona da quella cattiva è spesso confuso.
Perché, ad esempio, nel Medioevo le strisce erano associate al diavolo? Come mai le strisce sono diventate simbolo di libertà e unità dopo le rivoluzioni americana e francese? Quando la riga è diventata uno standard nella moda maschile? “Nella striscia”, scrive l'autore Michel Pastoureau, ‘c'è qualcosa che resiste alla chiusura nei sistemi’. Quindi, prima di indossare la cravatta o di sventolare la bandiera del vostro Paese, guardate a La tela del diavolo per una storia colorata della striscia in tutte le sue varietà, controversie e connotazioni.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)