La post-verità

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Titolo originale:

Post-Truth

Contenuto del libro:

Come siamo arrivati in un'epoca di post-verità, in cui i “fatti alternativi” sostituiscono i fatti reali e le sensazioni hanno più peso delle prove.

Viviamo in un mondo di post-verità, in cui i “fatti alternativi” sostituiscono i fatti reali e le sensazioni hanno più peso delle prove? Come siamo arrivati a questo punto? In questo volume della serie Essential Knowledge della MIT Press, Lee McIntyre traccia lo sviluppo del fenomeno della post-verità, dalla negazione della scienza all'ascesa delle “fake news”, dai nostri punti ciechi psicologici al ritiro del pubblico nei “silos informativi”.

Che cos'è esattamente la post-verità? Si tratta di wishful thinking, spin politico, illusione di massa, bugia sfacciata? McIntyre analizza esempi recenti - affermazioni sulle dimensioni della folla all'inaugurazione, sulle statistiche del crimine e sul voto popolare - e scopre che la post-verità è un'affermazione di supremazia ideologica con la quale i suoi praticanti cercano di costringere qualcuno a credere a qualcosa indipendentemente dalle prove. Ma la post-verità non è iniziata con le elezioni del 2016; la negazione dei fatti scientifici sul fumo, l'evoluzione, i vaccini e il cambiamento climatico offre una mappa per una negazione dei fatti più diffusa. Se a questo si aggiungono i pregiudizi cognitivi che ci fanno credere che le nostre conclusioni siano basate su un buon ragionamento anche quando non lo sono, il declino dei media tradizionali e l'ascesa dei social media, e l'emergere delle fake news come strumento politico, abbiamo le condizioni ideali per la post-verità. McIntyre sostiene anche, in modo provocatorio, che la destra ha preso in prestito dal postmodernismo - in particolare, l'idea che non esista una verità oggettiva - nei suoi attacchi alla scienza e ai fatti.

McIntyre sostiene che possiamo combattere la post-verità e che il primo passo per combatterla è capirla.