La moglie di Dio

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Titolo originale:

God's Wife

Contenuto del libro:

La moglie di Dio di Amanda Michalopoulou è un romanzo ingannevole: ci attira con promesse di confessione eccitante e intimità che scalda il cuore, solo per mandarci in una caccia al tesoro concettuale che sonda l'etica della lettura, della scrittura e le convenzioni non dette della maestria letteraria. "Sembra una bugia, ma io sono Sua moglie", è la sorprendente dichiarazione iniziale della narratrice senza nome del romanzo, che sarà sempre conosciuta per il suo ruolo di appendice, "al Suo fianco".

Questa premessa - che richiama alla mente le origini stesse del romanzo western: romanzi epistolari di storie d'amore come salvezza e prigionia - solleva immediatamente anche questioni di potere, dominio, verità e fede. La moglie di Dio, quindi, è in definitiva una meditazione sul potere della letteratura di creare uno spazio di gioco immaginativo. È una storia d'amore, un trattato filosofico sulla natura della fede e della divinità, una meditazione autocosciente sulla natura della scrittura e della creatività e un trattato femminista.

A tenere insieme tutti questi fili è quella che si può solo descrivere come l'irresistibile autenticità della voce narrante e la sua implacabile attenzione al ruolo della femminilità come performance e convenzione nella letteratura. La voce della narratrice è, ovviamente, plasmata dalla prosa inimitabile di Michalopoulou, scarna, elegante e magistralmente evocativa, che, come il marchio di narrazione della madre della narratrice, usa poche parole e rifugge il didascalismo.