La conoscenza oltre se stessa: La politica epistemica dell'arte contemporanea

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Titolo originale:

Knowledge Beside Itself: Contemporary Art's Epistemic Politics

Contenuto del libro:

Un esame della recente enfasi dell'arte contemporanea sulla "ricerca" e sulla "produzione di conoscenza" e delle sue pretese di fornire un nuovo accesso alla "conoscenza".

Mettendo in discussione il ruolo e la funzione dell'arte contemporanea in sistemi economici e politici che gestiscono sempre più i dati e gli affetti, Knowledge Beside Itself analizza la particolare enfasi posta negli ultimi anni, a livello curatoriale e istituzionale, su nozioni come "ricerca" e "produzione di conoscenza". L'arte contemporanea è vista qui come una scommessa strategica sulle distinzioni sociali e sulle estrazioni di valore rese possibili dalla rivendicazione di un accesso diverso e nuovo alla "conoscenza". I vari collegamenti dell'arte contemporanea con le scienze umane, sociali e naturali, così come il frequente inserimento dei suoi praticanti in ambienti di ricerca transdisciplinari e in contesti educativi, hanno creato un senso di allontanamento epistemo-estetico che concorda con la crescente rilevanza dell'arte come vettore o catalizzatore di conoscenza.

Discutendo la pratica di artisti come Christine Borland, Bureau d' tudes, Tony Chakar, Lina Dokuzovic, Fernando Garc a-Dory, Natascha Sadr Haghighian, Adelita Husni-Bey, Jakob Jakobsen, Claire Pentecost e Pilvi Takala, lo scrittore e curatore Tom Holert sottopone la concettualizzazione dell'arte contemporanea come agente di politica epistemica a un'analisi genealogica delle sue basi politico-economiche, in tempi di capitalismo cognitivo, machine learning e una rinnovata urgenza di disobbedienza epistemologica.