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The Biopolitics of Feeling: Race, Sex, and Science in the Nineteenth Century
In The Biopolitics of Feeling Kyla Schuller porta alla luce le scienze dimenticate e multietniche dell'impressionabilità - la capacità di essere trasformati dall'ambiente e dalle esperienze - per scoprire come si è sviluppato il biopotere negli Stati Uniti.
Schuller sfida le interpretazioni prevalenti del biopotere e delle culture letterarie per rivelare come il biopotere sia emerso nei discorsi e nelle pratiche del sentimentalismo. Attraverso l'analisi delle teorie evolutive, delle scienze ginecologiche, della poesia abolizionista e di altri testi letterari, dei trattati femministi, delle riforme per l'assistenza all'infanzia e dei movimenti per l'elevazione dei neri, Schuller scava un vasto apparato che regolava la capacità di provare sentimenti sensoriali ed emotivi nel tentativo di plasmare l'evoluzione della popolazione nazionale.
Il suo lavoro storico e teorico espone il ruolo trascurato della differenza di sesso nella gestione della popolazione e nell'ottimizzazione della vita, illuminando come i modelli di sesso binario funzionino come uno dei meccanismi chiave del potere razziale. In questo modo, Schuller ribalta i quadri di riferimento a lungo accettati sulla natura della razza e della differenza di sesso, offre spunti correttivi fondamentali ai dibattiti moderni sull'equiparazione del razzismo al determinismo e sul potenziale liberatorio delle idee sulla plasticità del corpo, e riformula le nozioni contemporanee di sentimento, affetto, sessualità, evoluzione ed ereditarietà.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)