The Shadow That Doesn't Leave the Shirt
I versi di Maged Zaher scorrono come i fiumi del Purgatorio, fuori da un inferno di cui sentiamo parlare e verso un Paradiso che ci aiuta a intuire.
Ogni poesia, in rapida successione, si aggrappa alle curve e ai gorghi del sentimento. Condivide con noi i fiotti di candore, le cascate di senso di colpa e il luccichio pomeridiano del pensiero utopico, per non parlare delle medicine e degli esaurimenti, della cultura aziendale, della politica radicale, del desiderio spirituale, dell'esilio, delle alienazioni della casa e delle tazze di ottimo caffè.
Nonostante l'amore e la sofferenza qui evocati, il fascino del poeta non vacilla mai. (C'è qualche contemporaneo così divertente da leggere)? Maged Zaher potrebbe essere il cugino egiziano perduto di Frank O'Hara. C'è una forza vitale, provata e vera, che ci viene trasmessa nell'abbaglio senza sforzo dei suoi versi.
--Joseph Donahue. Poesia.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)