Joe T. Patterson e il dilemma del Sud bianco: l'evoluzione della resistenza all'avanzamento dei neri

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Titolo originale:

Joe T. Patterson and the White South's Dilemma: Evolving Resistance to Black Advancement

Contenuto del libro:

Patterson era anche un membro del Consiglio dei Cittadini segregazionista e, secondo le sue stesse parole, aveva "trascorso molte ore e percorso molti chilometri per difendere i principi fondamentali per i quali i Consigli dei Cittadini erano stati originariamente organizzati". Pochi hanno dubitato delle sue credenziali Jim Crow.

Questo fino al settembre 1962 e all'integrazione dell'Università del Mississippi da parte di James Meredith. Quell'autunno Patterson uscì dal suo trinceramento sfidando una cerchia di mediatori del potere bianco, ma solo fino a un certo punto. La sua apparente acquiescenza arrivò al culmine della più grande crisi per l'ordine razzista del Mississippi.

Tuttavia, anche dopo che la Corte Suprema decretò che Meredith doveva entrare nell'università, Patterson si oppose a qualsiasi ulteriore desegregazione e disprezzò l'intervento federale a Ole Miss. Tuttavia, egli si trovò di fronte al dilemma che si poneva a tutti i bianchi del Sud: come mantenere una posizione artificialmente elevata per i bianchi nella società meridionale senza ricorrere alla violenza o all'intimidazione.

Una volta che la Corte Suprema emise la sentenza nel caso Meredith v. Fair, il procuratore generale dello Stato si trovò in una posizione strategica, cercando di mitigare l'impatto della sentenza senza incitare la folla e senza arretrare ulteriormente.

Patterson e altri cercarono risposte pragmatiche al dilemma dei bianchi del Sud, non in nome dei diritti civili ma per offrire una versione più duratura del potere bianco. La sua finezza aprì la strada a tattiche future che impiegavano la doppiezza e producevano a malapena cambiamenti sociali, rinviando molti sogni.