Jerzyk

Contenuto del libro:

Il 13 novembre 1943, Jerzy Feliks Urman (noto come Jerzyk) si uccise, pensando che fosse arrivata la Gestapo. Aveva undici anni e mezzo. Lui e la sua famiglia si nascondevano a Drohobycz, durante l'occupazione tedesca della Galizia orientale, oggi Ucraina occidentale. Un anno prima la famiglia aveva lasciato Stanislawów in seguito a brutali rastrellamenti e deportazioni di ebrei.

I genitori, lo zio e la nonna del ragazzo sopravvissero alla guerra. Nei due mesi precedenti la sua morte, Jerzyk tenne un diario e degli appunti. Anthony Rudolf, cugino di secondo grado di Jerzyk, ha pubblicato questi testi nel 1991 in una traduzione fatta da un dattiloscritto di famiglia dell'originale.

La recente scoperta del diario di Sophie Urman, madre di Jerzyk, ha indotto Rudolf a commissionare una traduzione ad Antonia Lloyd-Jones. Quest'ultima ha anche rivisto la precedente traduzione del diario di Jerzyk dopo aver confrontato il dattiloscritto e il manoscritto originale, ora in possesso di Rudolf.

Il curatore ha scritto nuove introduzioni e fatto ampie annotazioni nel tentativo di chiarire questioni complesse e problematiche. Richiamando l'attenzione su osservazioni ed episodi specifici, interpreta la morte di Jerzyk - l'unico suicidio infantile presente nel vasto archivio di Yad Vashem - non solo come l'azione tragica di un bambino sotto pressione, ma anche come un atto nobile ed eroico. Allo stesso modo, la tenuta di un diario, come per Anna Frank e altri bambini in clandestinità, era una forma di sfida, un esempio di quella che è stata definita resistenza spirituale o culturale.

Il libro contiene anche altri due testi di Sophie, testimonianze del padre e dello zio di Jerzyk, mappe e fotografie di famiglia. Si conclude con il racconto di Rudolf sulla tragica morte di Mark Rothstein, un altro cugino di secondo grado. Mark era di pochi mesi più giovane di Jerzyk quando morì nell'East End di Londra il 27 marzo 1945, durante l'ultimo giorno dei bombardamenti delle V2.