Il malcontento della democrazia: Una nuova edizione per i nostri tempi pericolosi

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Titolo originale:

Democracy's Discontent: A New Edition for Our Perilous Times

Contenuto del libro:

Un famoso filosofo politico aggiorna il suo classico libro sulla tradizione politica americana per affrontare i pericoli che la democrazia deve affrontare oggi.

Gli anni Novanta sono stati un periodo entusiasmante. La guerra fredda era finita e la versione americana del capitalismo liberale sembrava trionfare. Eppure, in mezzo alla pace e alla prosperità, sotto la superficie si intravedevano ansie per il progetto di autogoverno.

Così sosteneva Michael Sandel, nel suo influente e ampiamente discusso libro Democracy's Discontent, pubblicato nel 1996. La fede nel mercato stava erodendo la vita comune. Un crescente senso di impotenza avrebbe probabilmente provocato un contraccolpo, scriveva Sandel, da parte di coloro che avrebbero "rafforzato i confini, indurito la distinzione tra insider e outsider, e promesso una politica per "riprenderci la nostra cultura e il nostro Paese", per "ripristinare la nostra sovranità" con una vendetta".

Ora, un quarto di secolo dopo, Sandel aggiorna il suo classico lavoro per un'epoca in cui il malcontento della democrazia si è indurito in un Paese diviso contro se stesso. In questa nuova edizione, Sandel estende il suo resoconto delle lotte civiche americane dagli anni Novanta a oggi. Mostra come democratici e repubblicani abbiano abbracciato una versione della globalizzazione guidata dalla finanza che ha creato una società di vincitori e vinti e alimentato la politica tossica del nostro tempo.

In un'opera celebrata al momento della pubblicazione come "una notevole fusione di studi filosofici e storici" (Alan Brinkley), Sandel ricorda i momenti del passato americano in cui il Paese ha trovato il modo di chiedere conto del potere economico alla democrazia. Per rinvigorire la democrazia, sostiene Sandel in un nuovo appassionante epilogo, dobbiamo riconfigurare l'economia e responsabilizzare i cittadini come partecipanti a una vita pubblica condivisa.