Punteggio:
Il libro di Lieberman presenta un approccio innovativo e interdisciplinare all'evoluzione del linguaggio e dei meccanismi cerebrali. Pur offrendo spunti interessanti e sfidando prospettive consolidate, in particolare le teorie di Chomsky, viene criticato per la sua parzialità, l'eccessiva semplificazione dei punti di vista opposti e alcune incongruenze nell'argomentazione.
Vantaggi:Il libro fornisce una tesi molto originale e intrigante che collega le neuroscienze e la linguistica. Offre preziose intuizioni sull'evoluzione del linguaggio e presenta un sistema linguistico funzionale basato sulla collaborazione di più regioni cerebrali, in linea con le attuali conoscenze neuroscientifiche. I lettori trovano il testo stimolante e rivoluzionario in termini di implicazioni per la cognizione.
Svantaggi:L'autore mostra un forte pregiudizio nei confronti delle teorie di Chomsky, che porta a interpretazioni errate dei punti di vista opposti. Alcune argomentazioni sono mal costruite e la scrittura può sembrare emotiva piuttosto che strettamente accademica. I critici sostengono che il libro interpreta in modo selettivo i dati per adattarli all'agenda di Lieberman, il che potrebbe fuorviare i neofiti che cercano una comprensione equilibrata dell'evoluzione del linguaggio.
(basato su 5 recensioni dei lettori)
Human Language and Our Reptilian Brain: The Subcortical Bases of Speech, Syntax, and Thought
Questo libro si inserisce nell'acceso dibattito in corso tra psicolinguisti, neuroscienziati e teorici dell'evoluzione sulla natura e le origini del linguaggio umano.
Un importante neuroscienziato si schiera contro la tesi darwiniana, utilizzando dati raramente considerati da psicolinguisti e neurolinguisti per sostenere che il linguaggio umano - benché più sofisticato di tutte le altre forme di comunicazione animale - non è un'abilità qualitativamente diversa da tutte le forme di comunicazione animale, non richiede un salto evolutivo quantistico per essere spiegato e non è unificato in un unico "istinto linguistico". Utilizzando prove cliniche di pazienti con problemi di linguaggio, neuroimmagini funzionali e biologia evolutiva, Philip Lieberman sostiene che il linguaggio umano non è un singolo modulo separato, ma un sistema neurologico funzionale composto da molte abilità distinte.
Lieberman sostiene che il linguaggio è rimasto come è nato: un dispositivo per affrontare il mondo. Ma in un colpo al narcisismo umano, Lieberman sostiene che questa straordinaria capacità umana è un sottoprodotto delle abilità dei nostri remoti antenati rettiliani di schivare i pericoli, cogliere le opportunità e vivere per vedere un altro giorno.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)