Il culto della vittima-veterano: Fantasie MAGA nell'America della guerra perduta

Titolo originale:

The Cult of the Victim-Veteran: MAGA Fantasies in Lost-war America

Contenuto del libro:

Il culto del veterano-vittima esplora il bacino dell'angoscia americana post-guerra del Vietnam che la destra ha iniziato a sfruttare negli anni Ottanta. La proclamazione di Ronald Reagan del 1984 di un nuovo "Mattino in America" codificava la guerra come il momento della caduta di grazia della nazione; era il meme plagiato da Donald Trump per il suo slogan "Make America Great Again" (MAGA).

Il funk nazionale utilizzato per il revanscismo della destra è stato psicologizzato quando George H. W. Bush si è appropriato della sindrome post-vietnamita, il precursore diagnostico del disturbo da stress post-traumatico (PTSD), per commemorare i risultati militari ottenuti nella guerra del Golfo Persico del 1990-1991: avevamo "preso a calci la sindrome del Vietnam". L'America era una nazione-vittima, il cui trauma era emblematizzato dai veterani affetti da PTSD, la cui missione di guerra era stata persa sul fronte interno, messi da parte, persino sputati, al ritorno a casa.

In questo libro vediamo i lunghi fili storici tessuti per il MAGA: l'intreccio di modi tradizionali e moderni di conoscere che impregna il trauma bellico di proprietà politiche e culturali che ne complicano l'uso diagnostico; la rivelazione, dopo la prima guerra mondiale, che molti pazienti affetti da shellshock non erano mai stati esposti all'esplosione di granate e l'uso dell'immagine del veterano ferito per alimentare le fiamme del fascismo tedesco; la necessità culturale di reimmaginare i veterani del Vietnam contrari alla guerra come vittime psichiatriche, che ha dato vita a una nuova categoria diagnostica, il PTSD; la derivatizzazione del PTSD per le lesioni cerebrali traumatiche, l'Agent Orange e le lesioni morali; la figura del veterano-vittima come metafora di un'America ferita, per la quale il MAGA è il rimedio.